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Perquisita l’abitazione e l’ufficio. La procura lo ritiene mandante con i boss

di Alessandra Sardoni

Nello stesso giorno, ieri, in cui Marcello Dell’Utri era ad Arcore, a Villa San Martino, con Adriano Galliani, Fedele Confalonieri, gli amici più intimi e i figli di Silvio Berlusconi per celebrarne con messa privatissima il trigesimo, la procura di Firenze faceva perquisire la casa milanese dell’ex senatore e il suo ufficio in via Senato nell’ambito dell’inchiesta sui mandanti delle stragi di mafia del 1993. È un lungo pezzo di Repubblica richiamato in prima pagina, a dare notizia di questi sviluppi giudiziari con l’aggiunta che Dell’Utri, indagato, sarà interrogato a Firenze il 18 luglio.

La tesi della procura 

La tesi della procura riportata tra virgolette dall’autore del pezzo Lirio Abbate è che “Dell’Utri abbia istigato il boss Graviano ad organizzare e attuare la campagna stragista” per indebolire il presidente del consiglio di allora Carlo Azeglio Ciampi, diffondere “il panico fra i cittadini per creare le condizioni per l’affermazione di Forza Italia e di Silvio Berlusconi“. Il riferimento è agli attentati del ’93: via Palestro a Milano, l’autobomba che uccide 5 persone davanti alla galleria d’arte moderna e l’altra che nella stessa notte, il 27 luglio, esplode a Roma davanti alla chiesa di San Giorgio al Velabro mentre Ciampi è a Santa Severa e a Palazzo Chigi si registra un inspiegato blackout. E infine, il fallito attentato allo stadio Olimpico.

Il presunto ruolo di Dell’Utri nei fatti del ’93

Stragi collegate alla mafia, vicende mai del tutto chiarite, delle quali i pm di Firenze Luca Turco, Luca Tescaroli e Lorenzo Gestri ritengono che Dell’Utri sia il mandante. “Il pm Turco segue il fantasma di Berlusconi, la procura segue la visibilità mediatica dei processi politici, ma nel frattempo non fa nulla per sgomberare a Firenze un hotel abusivo dove è scomparsa una bambina“, attacca Matteo Renzi. Nelle carte della procura riportate da Repubblica si cita anche un’intercettazione telefonica fra Dell’Utri e il forzista siciliano Gianfranco Micciche, in cui si dice che Berlusconi aveva chiesto a Renzi nel 2022, all’apertura delle votazioni per il Quirinale, “un presidente della Repubblica che desse la grazia a Dell’Utri”. Un episodio che tuttavia cozza con il fatto che Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, aveva finito di scontare la pena già nel 2019.

Le reazioni e il caso del concorso esterno 

Reazioni durissime dai legali di Berlusconi e Dell’Utri. “Ipotesi surreali e irreali” per il primo, mentre il secondo punta il dito sulla fuga di notizie e i verbali consegnati alla stampa. Per Forza Italia, è il deputato Pietro Pittalis ad annunciare un’interrogazione a Nordio contro la pubblicazione delle intercettazioni, dei verbali e contro l’accanimento. “I magistrati vadano avanti, aspettiamo gli sviluppi dell’inchiesta, cioè interrogatorio ed esito dei sequestri”, la linea del PD Verini, capogruppo in Antimafia. “Oggi siamo stati ore in commissione e i magistrati, lo voi e De Lucia, hanno fatto a pezzi la riforma delle intercettazioni, del traffico di influenze, del concorso esterno in associazione mafiosa, strumenti che servono e che Nordio vuole abolire. Siamo concentrati su questo”.

Sorgente: Dell’Utri di nuovo indagato per le stragi del 1993

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