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25 April 2024
0 5 minuti 1 anno

Pubblicata la prima mappa globale del particolato sottile PM2.5. Solo lo 0.18% del pianeta e lo 0,001% della popolazione rientrano nei limiti di sicurezza fissati dall’Oms

di Elena Dusi

Uno su centomila ce la fa. A respirare aria pulita è rimasto lo 0,001% della popolazione mondiale, intorno a 80mila persone. Sono i fortunati che vivono nell’unico milione di chilometri quadrati (sui 500 della terra emersa) libero dalle particelle PM2.5: inquinanti emessi da combustioni di ogni tipo, dalle fabbriche alle auto, dai camini di casa agli incendi, e più sottili di 2,5 micron (millesimi di millimetro) di diametro: equivalenti a un trentesimo del diametro di un capello.

La mappa delle polveri sottili

Questo 0,18% di Terra, uno Shangri-La dove riempire i polmoni non fa entrare particolato sottile, non è un luogo definito: varia con venti e stagioni. La ricerca della Monash University uscita su The Lancet Planetary Health è un’analisi statistica che ha permesso ai ricercatori di disegnare la mappa globale delle PM2.5: la prima che unisce dati a terra e satellitari e offre un’immagine completa del pianeta.

«Le particelle PM2.5 – conferma Cinzia Perrino, ricercatrice dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche – sono molto fini. La maggior parte ha il diametro di un solo micron, non arriva nemmeno a 2,5. Grazie alle loro dimensioni hanno un tempo di permanenza nell’aria altissimo, anche di settimane. Si spostano con i venti, percorrono migliaia di chilometri, raggiungono quote alte e luoghi remoti. Ne osserviamo livelli alti nei paesini di montagna, a causa del riscaldamento, in particolare dei camini. Sono state trovate anche in Antartide».

La ricerca di Lancet le colloca anche al centro dell’Amazzonia e nel deserto del Sahara. Cita una stima secondo cui le polveri fini avrebbero sulla coscienza 6,7 milioni di morti premature all’anno, quasi la metà fra India e Cina.

Gli effetti sulla salute

«Proprio perché così piccole, le PM2.5 penetrano in profondità nei polmoni ed entrano nel circolo sanguigno. Aumentano il rischio di tumori, danni a cuore e polmoni. Ultimamente per le particelle ultrafini, quelle al di sotto di 0,1 micron, si sono osservati anche effetti nocivi sul cervello». A una maggiore esposizione è associata infatti una più alta incidenza di Alzheimer e depressione, anche se i meccanismi non sono stati chiariti del tutto.

L’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, fatica anche a trovare una soglia minima, sotto alla quale le PM2.5 non sono rischiose. Nel 2021 ha abbassato il livello di rischio da 10 a 5 microgrammi per metro cubo per quanto riguarda l’esposizione media annuale, e da 25 a 15 per quella giornaliera. «È un limite – commenta Perrino – che in molti paesi sarà arduo, se non impossibile, rispettare». Lo stesso coordinatore della ricerca, Yuming Guo, definisce la soglia dell’Oms «discutibile».

I limiti irraggiungibili

La mappa di Lancet conferma in pieno questa riflessione. La concentrazione media annuale nel mondo, misurata tra 2000 e 2019 è infatti di 32,8 microgrammi al metro cubo, oltre 6 volte la soglia dell’Oms. In Italia la media giornaliera è di 15 microgrammi, ma si sono raggiunti picchi di 167. La regione più esposta è la Pianura Padana, che a causa della scarsa circolazione dell’aria è una delle zone più inquinate d’Europa.

 

 

A Milano, registra sempre lo studio di Lancet, si oscilla fra i 10 microgrammi estivi e i 50 invernali. Per salvarsi, almeno in parte, si potrebbe andare ad abitare in cima a un grattacielo. Secondo Perrino «in Pianura Padana servirebbero almeno una quindicina di piani. Altrove, come a Roma, ne basterebbe qualcuno di meno. La situazione migliora con pioggia e vento forti».

Nei vent’anni oggetto dello studio le polveri sottili sono diminuite in Europa e Nordamerica, ma continuano a salire in Asia, soprattutto del sud. Sono cresciuti anche in continenti prima poco inquinati, come Oceania e Sudamerica. La stagione degli incendi estivi del 2019 ha fatto schizzare i valori dell’Australia. Mettendo insieme tutte le giornate in cui si supera la soglia dell’Oms, i ricercatori calcolano che si raggiunge il 70% del totale, con un picco del 90% in Asia.

Sorgente: Dall’Antartide all’Amazzonia,l’inquinamento è ovunque. Solo un uomo su 100mila respira aria pulita – la Repubblica

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