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di Andrea Marinelli

Questa foto è stata scattata ieri nel Donbass da Aris Messinis, formidabile fotografo dell’Afp che dall’inizio dell’operazione militare «speciale» di Putin si trova in Ucraina: ritrae alcuni soldati della resistenza inginocchiati, con le mani sulle orecchie per attutire il rumore del cannone Caesar francese che hanno appena azionato. È un’immagine che rende bene l’idea della fatica, dello stress, dello sfinimento che i soldati di entrambi gli schieramenti devono affrontare in battaglia: non è un caso che molti analisti sostengano che i due eserciti siano ormai al limite delle proprie forze, anche se i russi continuano a guadagnare terreno.

Siamo in un momento importante di questo conflitto, non sappiamo se decisivo ma di certo potrebbe segnare una svolta: mentre i Paesi occidentali continuano a fornire armi ma si interrogano sull’efficacia di questi aiuti militari, mentre il blocco marittimo imposto da Mosca nel Mar Nero affama mezzo mondo e sta provocando una crisi alimentare globale, mentre la Russia — apparentemente — si dice pronta a riaprire i negoziati che, sostengono, sono fermi «per colpa degli ucraini», oggi a Kiev sono arrivati Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz. È la prima visita dei tre leader europei, che nel pomeriggio incontreranno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel palazzo presidenziale in cui lavora senza sosta dal 24 febbraio. Garantiranno armi, o l’adesione dell’Ucraina all’Ue? Di certo si tratta di una visita storica.

Buona lettura.

Sorgente: https://www.corriere.it/america-cina/2022/06/16/treno-kiev-draghi-macron-scholz-dba133da-ed4d-11ec-96f8-928391ee2cf6.shtml

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