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Roma, 8 novembre 2021, Nena News – Il 4 novembre di cinque anni fa, a seguito di un’operazione di repressione voluta dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, dopo il fallito colpo di stato del luglio dello stesso anno, Selahattin Demirtaş – copresidente e figura carismatica del partito pro-curdo di sinistra Hdp – fu arrestato con l’accusa di sostenere il Pkk ed elogiare il suo fondatore Abdullah Öcalan.Il partito curdo dei lavoratori (Pkk), storicamente in lotta contro il governo turco per ottenere l’autonomia del proprio popolo, è considerato un’organizzazione terroristica dalla Turchia, dagli Stati Uniti e dall’Ue. Oggi Demirtaş è detenuto in una prigione di massima sicurezza vicino al confine turco-bulgaro e rischia una condanna fino a 142 anni di carcere come conseguenza di molteplici imputazioni legate al terrorismo. Il politico curdo nega con forza tutto quanto l’impianto accusatorio, sostenendo che il suo partito ha sempre caldeggiato una soluzione pacifica al decennale conflitto curdo-turco.Nonostante nel dicembre 2020 la Corte europea dei diritti dell’uomo abbia ordinato alla Turchia di liberarlo, perché considera la sua una detenzione politica, il principale politico curdo del paese resta tuttora in carcere. Erdoğan, dal canto suo, continua a riferirsi al suo maggiore oppositore come a un “terrorista” che “indossa la maschera di un politico” e continua a respingere gli appelli per la sua scarcerazione che provengono anche dall’interno del suo stesso partito.

Sorgente: TURCHIA. I cinque anni di carcere di Selahattin Demirtaş

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