E ha dato il via a un fuoco di fila di reazioni: “La candidata FdI al Consiglio comunale che a Roma ha preso più preferenze è Rachele Mussolini, nipote di Benito, e i neoeletti consiglieri di circoscrizione a Torino si autodefiniscono “camerati””, attacca Marco Grimaldi, consigliere regionale di Leu in Piemonte. “E non è certo l’unico: basterebbe fare un giro sulle bacheche degli eletti e dei nominati in Regione. Il complotto contro Fratelli d’Italia continua. Cara Meloni, risparmiati 100 ore di girato: il fascista basta non candidarlo. O basta non esserlo”.
“Negli ultimi tempi sta succedendo qualcosa di preoccupante. Si riaffacciano simboli, parole, atteggiamenti, gesti e ideologie che dovrebbero appartenere al passato. E lì dovrebbero rimanere. Dobbiamo rivendicare con orgoglio e coraggio i principi democratici e antifascisti, certi comportamenti sono inaccettabili e da respingere. Da tutti. Senza distinzioni”, è invece il commento del segretario metropolitano del Pd di Torino, Mimmo Carretta. “Se davvero per Meloni non c’è spazio all’interno del suo partito per fascisti, nazisti, razzisti e antisemiti, allora ne prenda immediatamente le distanze e soprattutto smetta di candidarli, nel rispetto della nostra Costituzione e di tutti i cittadini torinesi”, dichiara il deputato torinese M5s Davide Serritella.