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Un libro, un podcast e un database multimediale a disposizione di tutti. L’iniziativa del Centro di giornalismo permanente

di Lucio Luca

Tutto è cominciato all’inizio del 2019. Un gruppo di giovani giornalisti italiani, tutti free lance – che è un modo elegante per definire i precari, categoria sempre più diffusa in questa professione – decide di lanciare una raccolta di fondi per creare il primo archivio sui desaparecidos delle dittature sudamericane di origine italiane.

 

I fuggitivi

Dal 1964, la data del golpe della giunta militare in Brasile, al 1990, la fine del regime di Augusto Pinochet in Cile, oltre 30 mila oppositori dei regimi sono spariti dopo aver subito atroci violenze e torture. Tra questi, appunto, moltissimi immigrati di origine italiana. Fino a questo momento, però, nessuno si era preso l’impegno di cercare le loro storie per raccontarle e strapparle all’oblio. Adesso, quell’archivio diventa realtà ed è tutto merito dei colleghi del Centro di giornalismo permanente, un collettivo di cronisti provenienti da tutta l’Italia che si sono incontrati a Roma e non hanno mollato mai. Malgrado l’omertà delle fonti, i pochi fondi a disposizione e, soprattutto, la pandemia. 

 

Desaparecidos, in un docufilm le storie degli italiani spariti in America Latina

(guarda il video cliccando il link in fondo all’articolo)

“Non sapevamo come sarebbe andata ma al primo evento c’era tantissima gente e 89 persone hanno deciso di sostenere la nostra raccolta fondi – raccontano alcuni dei giornalisti coinvolti, da Elena Basso ad Alfredo Sprovieri e Marco Mastrandrea – La Repubblica, il Manifesto e Left hanno pubblicato i nostri articoli e, poco tempo dopo, Etica Sgr ha deciso di finanziare il progetto. Sono stati due anni e mezzo di lavoro in cui abbiamo realizzato oltre trenta interviste in Italia, Argentina e Cile. L’11 settembre uscirà l’Archivio Desaparecido che sarà un libro edito da Nova Delphi, un podcast prodotto da RadioTre e un archivio multimediale libero e gratuito”.  Le video-interviste dall’Argentina e dal Cile sono state realizzate da Erica Canepa e Luis Clarismino Alve Junior. Il progetto grafico è di Stefano Sbrulli. 

 

Il giorno prima, venerdì 10 settembre alle 19 l’Archivio desaparecido verrà presentato in anteprima al Centro sociale Brancaleone durante una serata di dibattito con gli autori dell’inchiesta ed esperti del tema: oltre a Basso, Sprovieri e Mastrandrea anche lo storico Giancarlo Monina, Christian Raimo e Arturo Salerni. 

 

“Durante le dittature sudamericane degli anni Settanta migliaia di persone vengono arrestate, detenute illegalmente nei centri clandestini di sterminio, uccise e fatte sparire. Quelle dei desaparecidos sono storie di coraggio e ribellione. Molti di loro erano italiani. Chi erano? Che cosa ne è stato di loro? Siamo voluti andare fino in fondo, malgrado tutto. Ma la speranza è quella di raccogliere sempre più storie per farle conoscere alla gente, ai più giovani soprattutto, a quelli che non sanno nemmeno cosa è successo in Sud America”. 

 

 

 

Sorgente: Nasce l’archivio dei desaparecidos italiani delle dittature sudamericane – la Repubblica

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