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Il ministro dell’Economia Franco convocherà una riunione in settimana per capire come limitare l’impatto su famiglie e imprese. Intanto in Spagna …

Roma. “Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenta del 40%”. La notizia era in qualche modo attesa tra gli addetti ai lavori, ora arriva la conferma. E’ il ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani che si prende la responsabilità di avvisare i comsumatori, oltre al mondo delle imprese.

“Tutto questo succede – ha detto il ministro partecipando a Genova a un convegno della Cgil – perché il prezzo del gas a livello internazionale aumenta. Ma succede anche perché aumenta il prezzo della CO2 prodotta”.

La domanda in Asia e i costi per i diritti a inquinare

In altre parole, il rincaro senza precedenti in bolletta – che arriverà a partire dal prossimo primo ottobre con la revisione trimestrale delle tariffe – ha una serie di ragioni, sia finanziarie che geopolitiche. La prima è legata alla corsa al rialzo delle materie prime: la ripresa economica dopo il lockdown ha creato una serie di colli di bottiglia, dove la domanda è di gran lunga superiore all’offerta.

In particolare, la domanda di gas è esplosa soprattutto in Asia, dove – a cominciare dalla Cina – si sta facendo incetta dei carichi di Gnl, il gas naturale liquido che viene trasportato via mare. Questo ha fatto livitare i prezzi in tutto il mondo e ha messo in crisi l’Europa, dove il gas viene ormai usato stabilmente per sostituire il carbone per la produzione di energia. Cosi come avviene sempre di più in Estremo Oriente, dove l’uso massiccio di carbone negli ultimi 20 anni ha provocato enormi problemi di inquinamento ambientale.

Ecco perché i rialzi delle quotazioni del gas finiscono sulle bollette di imprese e cittadini: perché in Italia il gas copre oltre il anche il 50% del combustibile utilizzato nelle centrali elettriche ed è largamente usato nelle attività industriali energivore, come acciaierie, ceramica, vetro, chimica e cementifici.

Il secondo elemento che causa il rialzo record delle bollette è, invece, legato ai cosidetti permessi per inquinare, che si pagano in base alla quantità di CO2 emessa. Sono certificati gestiti dall’Unione europea che si possono scambiare come se fossero un prodotti finanziari. Ma le politiche sempre più restrittive della Ue in termini di emissione, hanno portato il mercato ad aumentare la domanda dei diritti, in previsione di ulteriori rialzi. E siccome i produttori di energia sono costretti a comprarli per compensare le emissioni, scaricano poi i costi in bolletta.

Il ministro Franco studia interventi sulle bollette

Non sarà solo la bolletta elettrica ad aumentare a partire dal primo ottobre. Per tutti i motivi esposti, anche le bollette del gas (particolarmente usato nel Nord Italia per riscaldare uffici ed abitazioni nel periodo invernale) sono destinate ad aumentare. Secondo le previsioni, il rincaro – in questo caso – a partire dal primo ottobre sarà “solo” del 30 per cento circa.

Per tutti questi motivi, il ministro dell’Economia Daniele Franco convocherà una riunione entro la settimana per capire quali provvedimenti prendere. A fine giugno, a fronte di un aumento del 9,9% per l’elettricità e del 15,3% per il gas naturale, l’esecutivo ha stanziato 1,3 miliardi da spalmare come compensazione sulle bollette. Ora il governo deve scegliere se intervenire con un nuovo stanziamento, molto più ingente, oppure rivedere le varie voci in bolletta. Per esempio, spostando il peso di alcuni oneri – come gli incentivi alle rinnovabili, che pesano per oltre 11 miliardi all’anno – sulla fiscalità generale. Scelta non facile, perché in entrambi i casi significa pesare ulteriormente sui conti dello Stato.

Di fatto, lo ha confermato lo stesso Cingolani che il governo presto interverrà: “Il governo è impegnato per la mitigazione dei costi delle bollette dovuti a congiunture internazionali e perché la transizione verso le energie più sostenibili sia rapida e non penalizzi le famiglie».

La Spagna mette un tetto ai prezzi dell’energia

E non è solo l’Italia ad avere di questi problemi, ma riguardano tutta Europa. Tra i paesi più colpiti dall’aumento dei costi dell’energia c’è la Spagna: il primo ministo socialista Sanchez ha annunciato che il governo di Madrid imporrà dei tetti ai prezzi del gas e taglierà la sua tassa “speciale” sull’elettricità allo 0,5% dal 5,1%. Sanchez aveva annunciato che avrebbe agito per indirizzare parte dei profitti degli operatori verso i consumatori. Le misure ridurranno le entrate del governo nel 2021 di circa 1,4 miliardi.

Non è la prima volta, negli ultimi giorni, che il ministro Cingolani – un fisico già a capo dell’Istituto italiano di tecnologia – solleva questioni legate alle fonti energetiche. Due settimane fa, sempre parlando a un convegno, ha rilanciato la necessità di proseguire nella ricerca legata alla fusione: si tratta, in buona sostanza, della possibilità di avere energia dalla fusione di due atomi di idrogeno, con un procedimento senza emissioni inquinanti, né scorie (il contrario della fissione, dove gli atomi di uranio invece vengono “spaccati”).

Una ricerca che in Italia vede impegnati società ed enti pubblici. Per esempio, il gruppo Eni, che si è alleato con uno spin off del Mit di Boston che ha appena annunciato un test che permetterà la prima sperimentazione per la produzione di energia da fusione per il 2025. Oppure l’Enea, la società di ricerca pubblica per l’energia e l’economia circolare . che partecipa ad un progetto internazionale e ha un centro di primo lvello nei sui laboratori sperimentali di Frascati.

Sorgente: Cingolani: “La bolletta elettrica verso un aumento del 40% per cento a ottobre” – la Repubblica

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