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Ai domiciliari la dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, un funzionario della Regione e il dipendente di una società che si occupa della gestione dei dati. Altri 7 indagati. L’accusa della procura di Trapani è falso materiale e ideologico: documentati 40 episodi da novembre al 19 marzo. Il gip: “Disegno politico scellerato”. Razza intercettato: “Spalmiamo un poco i morti…”

Covid, l’assessore Razza: “Il numero dei morti? Spalmiamolo un poco…”. Dirigente arrestata: “Troppi positivi, ne comunico massimo 300”
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GIUSTIZIA & IMPUNITÀ | DI F. Q.

Covid, l’assessore Razza: “Il numero dei morti? Spalmiamolo un poco…”. Dirigente arrestata: “Troppi positivi, ne comunico massimo 300”

I dati relativi all’andamento del contagio da Covid che la Regione Sicilia inviava all’Istituto Superiore di Sanità venivano alterati, diminuendo il numero di positivi e alzando quello dei tamponi, condizionando così i provvedimenti che da Roma sarebbero stati presi per contenere la diffusione di Sars-Cov-2. Sarebbe accaduto in almeno 40 occasioni da novembre allo scorso 19 marzo. È questa l’accusa rivolta dalla procura di Trapani ad alcuni dipendenti del Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (Dasoe) dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana, indagati per falso materiale e ideologico. Per il giudice per le indagini preliminari si è trattato di un “disegno politico scellerato”.

In tre ai domiciliari, indagato l’assessore – In tre sono finiti agli arresti domiciliari: si tratta della dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, del funzionario della Regione Salvatore Cusimano e del dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato Emilio Madonia. È indagato anche l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, al quale i carabinieri hanno anche sequestrato dei telefoni. Secondo i militari del Nas che conducono l’inchiesta, “sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave, è emerso il parziale coinvolgimento di Razza nelle attività delittuose del Dasoe”. L’assessore, al quale è stato presentato un invito a comparire, verrà interrogato già nelle prossime ore.

L’assessore: “Spalmiamo un poco i morti…” – “Ma sono veri?”. “Sì, solo che sono di 3 giorni fa”. “E spalmiamoli un poco…”. Così l’assessore Razza parlava a Di Liberti discutendo del numero di decessi per il Covid. La dirigente dice quindi a Razza: “Ah, ok allora oggi gliene do 1 e gli altri li spalmo in questi giorni, va bene, ok. Mentre quelli del San Marco, i 6 sono veri e pure gli altri 5 sono tutti di ieri… quelli di Ragusa, Ragusa 5! E questi 6 al San Marco sono di ieri.. perché ieri il San Marco ne aveva avuti ieri altri 5 del giorno prima, in pratica. Va bene? Ok”. “Ok”. “Ciao, ci metto questi io”. A quel punto Di Liberti chiama il commissario per l’emergenza Covid Renato Costa: “Ho parlato con Ruggero. Gli ho mandato i dati. E Ruggero dice che sono troppi, c’è il problema della domenica e di non darli tutti!”. “Va bene”, risponde Costa. “Di spostarli a domani un poco.. ma te lo devo dire però, perché altrimenti…”. “Va bene gioia mia, certo!”. Ancora Di Liberti: “Quindi li abbasso a 285!”. E Costa replica: “285, va bene!”. “E domani… comunque là siamo”. “Va bene..”. “Li aggiungiamo, li spostiamo a domani”.

Razza: “Facciamo stare in piedi sacchi vuoti” – In un’altra conversazione, Razza, non sapendo di essere intercettato, diceva a Di Liberti nel mese di novembre dopo la decisione del governo di mettere la Sicilia in zona arancione: “Letizia è inutile che facciamo stare in piedi sacchi vuoti… c’è stata una gravissima sottovalutazione e il dato finale di questa sottovalutazione di questa gravissima sottovalutazione è scritto in quegli indicatori, poi secondo me sono sbagliati perché mettono sullo stesso piano indicazioni diverse, però come avrai visto ci sono dei dati dove noi comunichiamo zero! … E chissà da quanto! “.

Le intercettazioni – Nella stessa telefonata l’assessore si dice amareggiato, deluso – scrive il gip – “per non essere riusciti ad assicurare la buona gestione dell’emergenza sanitaria”. Razza – spiega il giudice – riferisce che il 90% della situazione creatasi è attribuibile alla loro piena responsabilità, ma la Di Liberti sostiene che i dati sono quelli estrapolati dalle piattaforme informatiche, al che l’assessore le fa notare, con rammarico, che nessuno lo ha mai informato della grave criticità emersa, a suo dire, da un raffronto dei dati della Regione Siciliana con quelli comunicati dalle altre Regioni”.

Il gip: “Disegno politico scellerato” – Per il giudice per le indagini preliminari di Trapani che ha accolto le richieste della procura si è trattato di un “disegno politico scellerato”. L’alterazione dei dati non avrebbe riguardato solo positivi e tamponi, ma anche i decessi che venivano “spalmati” nel tempo per evitare, secondo gli inquirenti, che la Sicilia finisse in zona rossa. Oltre a Razza, sono indagati anche il vice capo di gabinetto dell’assessorato Ferdinando Croce e il dirigente Mario Palermo, mentre “sembra estraneo” – scrive il gip – il presidente della Regione Nello Musumeci, “che pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite”.

L’inizio dell’inchiesta da un laboratorio di Alcamo – L’inchiesta – coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Agnello e condotta dai pm Sara Morri e Francesca Urbani – nasce dalla scoperta che in un laboratorio di Alcamo, in provincia di Trapani, erano stati forniti dati falsati su circa 200 tamponi, comunicando un esito negativo alla Regione quando invece erano tutti positivi. Da questa scoperta i pm hanno avviato accertamenti che sono arrivati all’assessorato regionale. A supporto della tesi dell’accusa ci sarebbero diverse intercettazioni che confermerebbero l’alterazione dei dati inviati all’Iss.

Il giudice: “Importanti anomalie” – “Dall’ascolto delle telefonate intercettate è sin da subito risaltato all’attenzione degli inquirenti, come le conversazioni intrattenute dalla dirigente Maria Letizia Di Liberti riguardanti la raccolta e la gestione dei dati regionali afferenti il Covid-19, da comunicare successivamente al Ministero della Salute, evidenziassero importanti anomalie”, scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare. “Prima di tutto – evidenzia il giudice – le frenetiche, a volte tardive, attività burocratiche di raccolta dei dati da parte del Dasoe, attraverso contatti diretti con gli uffici periferici delle varie Asp siciliane, delle Aziende Ospedaliere, delle Usca, nonché dei Laboratori di analisi pubblici e privati (quando autorizzati alla processazione dei tamponi molecolari)”.

“Gestione irregolare della raccolta dati” – Una “modalità” di raccolta che ha “verosimilmente contribuito a condizionare l’irregolare gestione del flusso dei dati”. A conferma di ciò, a giudizio del gip, “si è avuto modo di constatare che la Di Liberti, sovente, pur essendo un dirigente generale, si è fatta personalmente carico di quotidiani interventi di sollecito telefonico nei confronti dei vari referenti Covid-19 delle citate strutture periferiche del Ssr, solo al fine di sopperire alla diffusa disorganizzazione e lentezza di tali strutture nella prevista comunicazione dei dati richiesti”. Dal mese di novembre sarebbero circa 40 gli episodi di falso documentati dagli investigatori, l’ultimo dei quali risalirebbe allo scorso 19 marzo. Sono state effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di altri 7 indagati alla ricerca di materiale informatico e documenti utili alle indagini. Infine sono state acquisite email e dati presso i server dell’assessorato Regionale alla Salute e Dipartimento.

Sorgente: Sicilia, “dati Covid falsi comunicati all’Iss per evitare restrizioni”: tre arresti. Indagato anche l’assessore regionale Ruggero Razza – Il Fatto Quotidiano

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