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(fotografia da archivio)

Michele Serra

Da quanto se ne può capire, la comunità mediatica mondiale ha seguito con relativa apprensione, e prevalente divertimento, il clamoroso intoppo del canale di Suez, che pure ha avuto ricadute economiche molto gravi. La vocazione melodrammatica dei media, e nevrastenica dei social, si è dunque concessa una breve tregua “comica”, come se al comando di quel cargo ci fosse Mister Magoo. E questa è una ottima notizia, perché il comico è per eccellenza il linguaggio del limite, e dio sa quanto bisogno abbiamo di riprendere confidenza con il concetto di limite.

Dunque l’economia non è tutto, se l’irresistibile gag del bastimento che si mette di traverso, e occlude irrimediabilmente una delle principali arterie della logistica planetaria, produce innanzi tutto una diffusa ilarità. Tra i tanti meme satirici che circolano in Rete, ha avuto meritata eco quello, irresistibile, dell’umarell che, ai bordi del canale, segue i lavori della ruspa, dando consigli. Quell’umarell incarna noi tutti, per meglio dire incarna la misura di noi tutti: la dimensione della normalità (volendo: della mediocrità) che si prende la sua brava rivincita sul gigantesco, sullo smisurato, sull’incalcolabile, sul megalomane.

Ovviamente, siccome le merci non si trasportano con la carriola, ma con le navi cargo, siamo poi tutti contenti che il canale di Suez sia riaperto. Ma il pernacchio è salute, quando inciampa il Re, quando un’invincibile armata si insabbia. Perché invincibili non siamo, è questa la morale, e assomiglia, in forme molto più morbide e leggere (comiche, appunto), alla morale della pandemia.

Sorgente: L’amaca di Michele Serra del 30 marzo 2021. La crisi di Suez: una tregua comica | Rep

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