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di Donatella Zorzetto

Emergenza in farmacia, ecco le medicine che non si trovano. E perchéCausa influenza e Covid mancano soprattutto antinfiammatori, antibiotici, antipertensivi, antidepressivi, neurolettici e diuretici. Ma l’Aifa rivela che nell’ultimo anno i farmaci introvabili sono saliti a 3.200

È un vero e proprio ‘assalto al bancone’. E spesso accade che, davanti alla richiesta di un antivirale o un antinfiammatorio, il farmacista si scusi e faccia di no con il capo. Spiegando ai pazienti che si affannano per trovare un rimedio contro influenza e Covid prima di tutto: “Non abbiamo questi farmaci. Al momento ne siamo sprovvisti”. È una vera emergenza quella che sta crescendo nelle farmacie italiane, alle prese con un numero sempre più consistente di medicine introvabili, cresciute di numero nell’ultimo anno: da 2.500 a 3.200, secondo il più recente rilevamento Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Quasi il 50% è rappresentato da una fisiologica cessazione di farmaci, e in questo caso se ne trovano altri disponibili. Invece per un 46% si tratta di medicine realmente carenti.

 

 

La lista degli introvabili

Ma di cosa stiamo parlando? Quali sono i farmaci più difficili da recuperare in questo gennaio di influenza alle stelle e rialzo di contagi Covid? L’ultimo bollettino dell’Agenzia italiana del farmaco riporta la carenza di oltre tremila medicinali come Tachipirina, Efferalgan, Tachifludec, Neoborocillina e Amoxicillina. Lo conferma Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, che premette: “Per un effetto combinato di diversi fattori, ora soprattutto Covid e il boom influenzale, la domanda è aumentata. Ed è cresciuta anche la competizione per i fattori primari della produzione dei farmaci, a partire dai principi attivi”. Nella lista delle medicine più ricercate e meno disponibili, si trovano antinfiammatori, antibiotici, antipertensivi, antidepressivi, neurolettici e diuretici.

Cercansi antinfiammatori e antipiretici

Quindi sono soprattutto antinfiammatori e antipiretici a mancare all’appello, ricercatissimi a causa del nuovo rialzo di contagi Covid, spesso casi curati a domicilio con medicinali da banco (come l’Ibuprofene, il più usato). Non si trovano a sufficienza Tachipirina, Efferalgan, Tachifludec, Neoborocillina, ma anche l’amoxicillina (un antibiotico generico), preparati fondamentali per le cure di malattie croniche (ad esempio il Levodopa) e per i pazienti oncologici (lo Zofran). O il Ventolin, fondamentale per chi soffre d’asma. La stessa carenza riguarda i farmaci per l’aerosol, come il Clenil, e i prodotti pediatrici, a partire dagli sciroppi antibiotici. Una situazione tanto problematica da sollecitare l’Ordine dei farmacisti a lanciare un appello ai cittadini a “non ricorrere a inutili scorte o accaparramenti di farmaci già carenti”.

 

 

Cosa c’entra la Cina?

La domanda che viene spontanea è: perché ciò accade? Quali sono le cause di un fenomeno che ha sempre più i contorni dell’emergenza? I motivi sono vari, tra questi c’è la dipendenza dell’Italia da Paesi produttori di principi attivi come India e Cina che, a causa di pandemia e lockdown, hanno rallentato la produzione. Perché la riduzione dei farmaci è dovuta anche alla pandemia Covid, alla crisi energetica e alla guerra in Ucraina. In Italia da tempo l’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali chiede ai farmacisti di razionarne la vendita a ciascun paziente. In Francia, invece, il governo ha vietato la vendita online di prodotti a base di paracetamolo sino alla fine di gennaio. “C’è una difficoltà negli approvvigionamenti dettata da situazioni internazionali sfavorevoli, ma anche da una logistica”, conferma Silvestro Scotti, segretario della Fimmg (Federazione italiana medici di Medicina generale).

Chiamate in aumento

Ciò che è evidente, rimarca Scotti, “è che sono in aumento le chiamate da parte di pazienti spaesati perché non trovano le medicine e non possono curarsi”. “Sempre più spesso arrivano in farmacia e non trovano ciò che i medici hanno prescritto – prosegue il segretario Fimmg -. Quindi sono costretti a spostarsi da una farmacia all’altra, senza sapere se poi lo troveranno. Il picco è stato registrato poco prima di Natale ma anche oggi la situazione è delicata”.
Secondo Scotti “una parte della responsabilità di questa situazione sta nel sistema di distribuzione”. “Ormai la gestione è sovra-regionale, cioè ogni magazzino fornisce più di una regione – dice -. In Italia, infatti, ce ne sono 6 mentre prima erano 25-27 – ricorda. Se è vero che è diminuito lo spreco dei farmaci, inevitabilmente lo è anche che la capacità di stoccaggio, che è diventata minore. E poi mi chiedo come questo possa conciliarsi con l’autonomia differenziata su cui si sta puntando. Ogni regione vorrà il meglio per sé e con più rapidità: che succede a chi non ha un magazzino sul suo territorio?”.

 

 

I preparati galenici

Che fare allora? Come aggirare l’ostacolo? Una soluzione la prospetta Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi). Che spiega: “Abbiamo prefigurato questa situazione già alla fine della scorsa primavera, e ci siamo prontamente mossi affinché le circa 2.000 farmacie italiane in grado di realizzare preparati galenici, avessero tutti gli strumenti per attivarsi e sopperire alle carenze esistenti, in primis di farmaci antinfiammatori pediatrici a base di ibuprofene”.
Una modalità quella dei preparati galenici, consigliata anche da Scotti anche se, sottolinea,”ormai sono pochissime le farmacie che siano anche dotate di un laboratorio”. “Anzi, mi auguro che i farmacisti tornino a fare il loro mestiere originario e produrre preparati partendo dai principi attivi – conclude Scotti – . Questo ci farebbe sentire più al sicuro in situazioni come questa o come quella che abbiamo vissuto durante la prima fase della pandemia Covid”.

Sorgente: Emergenza in farmacia, ecco le medicine che non si trovano. E perché – la Repubblica

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