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Addio a Bonus bebè e premio alla nascita: un assegno unico per i figli (fino a 21 anni)

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

L’assegno unico e universale mensile per i figli under 21 dal valore massimo di 250 euro arriverà nelle case di ogni famiglia a partire dal 1° luglio 2021. È infatti arrivato il via libera definitivo dell’Aula del Senato al Ddl delega già approvato dalla Camera il 21 luglio 2020: i «sì» sono stati 227, nessun voto contrario, 4 gli astenuti. La misura rende stabile una riforma attesa da anni e che arriva in un momento quanto mai opportuno, visto il calo record delle nascite nel 2020 (mai così poche: solo 404 mila, dall’Unità d’Italia). Ma siamo solo al primo passaggio cruciale: la legge delega «Famiglia» impone infatti al governo di far fronte alla disciplina vera e propria del nuovo istituto con l’approvazione dei decreti legislativi collegati. E soprattutto di trovare le risorse che mancano ancora all’appello. Infatti, secondo i primi calcoli, i fondi messi in campo (circa 20 miliardi) permetterebbero di coprire assegni per una media di 150 euro (ben al di sotto dei 250 euro previsti).

Ma cos’è l’assegno unico per i figli? L’assegno unico concentrerà in un’unica soluzione i vari aiuti già esistenti per le famiglie che, tra assegni, bonus e detrazioni, negli anni hanno disperso le risorse in troppi rivoli. Secondo le simulazioni fatte nell’autunno scorso, gli importi degli assegni (che le famiglie riceveranno dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 18 anni di età dei figli; estendibili ai 21 anni, sei i figli sono studenti o disoccupati) oscilleranno tra i 50 euro e i 250 euro circa, mentre la direttrice che regola questo nuovo impianto normativo è il principio universalistico. Il beneficio economico è infatti attribuito progressivamente a tutti i nuclei familiari con figli a carico al fine di favorire la natalità, di sostenere la genitorialità e di promuovere l’occupazione, in particolare femminile, senza distinzione, come accadeva finora, tra lavoratori autonomi o dipendenti, capienti o incapienti.
Vediamo allora nel dettaglio a chi spetta l’assegno e come se ne calcola il valore.

 

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Sorgente: Corriere della Sera

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