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Lo denuncia People’s Vaccine Alliance, che raggruppa Amnesty International, Frontline Aids, Global Justice Now e Oxfam. Le Ong chiedono alle società farmaceutiche di rinunciare alla proprietà intellettuale fino a quando tutta la popolazione non sarà protetta

Nove persone su dieci in almeno 70 Paesi a basso reddito rischiano di non potersi vaccinare contro il Covid-19 il prossimo anno perché la maggior parte dei vaccini in arrivo sono stati acquistati dall’Occidente. Questo nonostante Oxford-AstraZeneca si sia impegnata a fornire il 64% delle sue dosi alle persone nei Paesi in via di sviluppo.

Lo denuncia People’s Vaccine Alliance, l’organizzazione formata da Amnesty International, Frontline Aids, Global Justice Now e Oxfam. Mentre le prime persone vengono vaccinate nel Regno Unito, People’s Alliance avverte che gli accordi conclusi dai governi dei Paesi ricchi lasceranno quelli poveri in balia della pandemia. I Paesi ricchi con appena il 14% della popolazione mondiale si sono assicurati il 53% dei vaccini già pronti. Il Canada ha acquistato più dosi di qualsiasi altra popolazione, abbastanza per vaccinare ogni canadese cinque volte.

“A nessuno dovrebbe essere impedito di ottenere un vaccino salvavita a causa del Paese in cui vive o della quantità di denaro che ha in tasca – ha affermato Anna Marriott, responsabile delle politiche sanitarie di Oxfam, riporta il Guardian – Ma a meno che qualcosa non cambi radicalmente, miliardi di persone in tutto il mondo non riceveranno un vaccino sicuro ed efficace per il Covid-19 negli anni a venire”.

Le forniture del vaccino Pfizer-BioNTech, approvato nel Regno Unito la scorsa settimana, andranno quasi tutte ai Paesi ricchi: il 96% delle dosi, infatti, è stato acquistato dall’Occidente. Anche il vaccino Moderna, con un’efficacia del 95%, andrà esclusivamente nei Paesi ricchi. I prezzi di entrambi i vaccini sono alti e l’accesso per i Paesi a basso reddito sarà complicato dalle temperature ultra basse alle quali devono essere conservati, denuncia ancora People’s Vaccine.

Il gruppo di Ong ha utilizzato i dati raccolti dalla società di analisi e di informazione scientifica Airfinity per analizzare gli accordi conclusi tra i Paesi e gli otto principali vaccini candidati. Il risultato è stato che 67 Paesi a reddito medio-basso verranno lasciati indietro. Cinque dei 67 – Kenya, Myanmar, Nigeria, Pakistan e Ucraina – hanno segnalato quasi 1,5 milioni di casi tra di loro.

La People’s Vaccine chiede a tutte le società farmaceutiche che lavorano sui vaccini di condividere apertamente la loro tecnologia e proprietà intellettuale attraverso il pool dell’Organizzazione mondiale della Sanità, in modo che possano essere prodotte miliardi di dosi in più e che vaccini sicuri ed efficaci possano essere a disposizione di tutti coloro che ne hanno bisogno.

L’Alleanza chiede inoltre ai governi di fare tutto quanto in loro potere per garantire che i vaccini diventino un bene pubblico globale, gratuito ed equamente distribuiti in base alle necessità. Un primo passo sarebbe sostenere la proposta del Sudafrica e dell’India al Consiglio dell’Organizzazione mondiale del Commercio questa settimana di rinunciare ai diritti di proprietà intellettuale per i vaccini, i test e i trattamenti, fino a quando tutti non saranno protetti.

Sorgente: Coronavirus, il vaccino dei ricchi: al 14% della popolazione mondiale il 53% delle dosi – la Repubblica

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