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Le immagini trasmesse dalla tv egiziana e rilanciate a Parigi: i media francesi non c’erano. Il generale, già difeso pubblicamente dal presidente francese, ha ottenuto riconoscimenti e onori nonostante la ferita aperta dei diritti umani. Il conduttore francese: «Siamo dovuti andare su un sito di regime per sapere che fa l’Eliseo»

di Stefano Montefiori

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI Una serata di gala, una cerimonia solenne all’Arco di Trionfo, le gigantesche bandiere nazionali al vento nell’esplanade des Invalides, un ricevimento al municipio di Parigi con la sindaca Anne Hidalgo, il conferimento all’Eliseo della Gran Croce della Legion d’Onore. Non male, per un dittatore accolto nella patria dei diritti dell’uomo.

Della visita di Stato del presidente egiziano Al Sisi, lunedì a Parigi, era rimasta finora solo una conferenza stampa congiunta molto cordiale, nonostante i disaccordi rapidamente espressi dal presidente francese Emmanuel Macron sul rispetto dei diritti umani nel più popoloso Paese arabo. Niente che comunque potesse mettere in discussione la cooperazione militare tra Francia e Egitto, alleato sempre più indispensabile nel Mediterraneo.

Anzi, proprio mentre al Cairo il tribunale decideva di tenere lo studente Patrick Zaki per altri 45 giorni in carcere, e la soluzione del caso Regeni sembrava sempre più lontana, a Parigi Macron spiegava con serenità che non avrebbe condizionato gli aiuti militari al rispetto dei diritti umani: «Meglio mantenere una linea di dialogo esigente piuttosto che praticare un boicottaggio». Realpolitik rivendicata, quindi. Basta intendersi sulla nozione di «dialogo esigente».

Perché a differenza dei media francesi, la televisione di Stato egiziana ha trasmesso le immagini complete della visita del presidente Al Sisi a Parigi, senza limitarsi alla conferenza stampa.

Gli spettatori egiziani hanno così avuto modo di assistere al resoconto dei tanti eventi collaterali della visita, passati sotto silenzio in Francia e neppure menzionati nell’agenda del presidente Macron. Cerimonie e omaggi poco pubblicizzati a Parigi, ma fondamentali per il presidente Al Sisi, impegnato a costruirsi in patria un profilo di leader rispettato in Europa nonostante i circa 60 mila prigionieri per reati di opinioni detenuti nelle sue carceri.

Le immagini di quella imbarazzante realtà alternativa riservata al pubblico egiziano sono finite però anche davanti agli occhi degli autori della trasmissione francese Quotidien (in onda su Tmc ), che hanno consultato il sito della presidenza egiziana. Il conduttore Yann Barthes, con il solito tono beffardo, ha spiegato che «oggi, per la prima volta, siamo dovuti andare sul sito di un regime autoritario per sapere che cosa succedeva all’Eliseo».

Ecco così l’arrivo di Al Sisi sul tappeto rosso dell’Eliseo, accolto da Emmanuel e Brigitte Macron, davanti alle telecamere egiziane ma non francesi. «E poi cosa volete ancora, forse le immagini della Francia che gli conferisce la Legion d’Onore? – chiede perfido il conduttore agli spettatori francesi -. Impossibile, direte voi… E avete ragione, perché state per vedere non la Legion d’Onore, ma la Gran Croce della Legion d’Onore, il grado più alto», attribuita a tutti i leader in visita di Stato e quindi anche a Al Sisi. Nonostante la ricerca di una politica comune europea, l’Italia all’Egitto chiede ancora giustizia per il caso Regeni. La Francia invece mantiene un «dialogo esigente», ma non troppo.

Sorgente: Al Sisi incassa la Legion d’Onore, la cerimonia «nascosta» dall’Eliseo

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