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Natale a numero chiuso e senza sci. Stretta su spostamenti, l’Europa cerca accordo su festività

Un accordo a livello europeo per uniformare le misure restrittive che scatteranno con le vacanze di Natale e Capodanno, il tentativo di riaprire le scuole coinvolgendo i sindaci delle grandi città prima di Natale nella prima data utile e l’ulteriore stretta sugli spostamenti tra il 24 dicembre e il 6 gennaio, con il divieto di feste e appuntamenti di piazza, cenone a numero chiuso, con forse 6, massimo 8 persone.

Il governo lavora su più fronti per far sì che gli interventi che saranno decisi con il prossimo Dpcm consentano di evitare gli errori fatti in estate e non siano vanificati dalle scelte degli altri paesi, in particolare quelle relative allo sci visto che il governo ha ribadito il no alla riapertura degli impianti e una decisione in senso contrario da parte di altre nazioni rappresenterebbe un ulteriore colpo ad un’economia già al tappeto.

Di un “coordinamento europeo” sulle misure hanno parlato lo stesso Conte e il presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen in una telefonata nella quale, dice il premier, c’è stato un “ottimo scambio di vedute” su questo e altri temi. Se da questo si arrivi poi ad un risultato concreto è tutto da vedere anche se una sponda è arrivata dal presidente francese Emmanuel Macron che ha definito “impossibile” immaginare l’apertura di funivie e seggiovie per le feste.

All’intesa europea, condivisa sia dal leader del Pd Nicola Zingaretti sia dal leader dell’opposizione Matteo Salvini, crede anche la Germania.

“Preferirei che ci fosse un unico accordo: nessun impianto di risalita aperto ovunque e vacanze ovunque – dice il ministro-presidente della Baviera Markus Soeder – Se vogliamo mantenere aperte le frontiere, abbiamo bisogno anche di un chiaro accordo sullo sci”. Di tutt’altro avviso è invece il ministro del turismo di Vienna Elisabeth Koestinger. “Non posso condividere l’iniziativa italiana. In Austria ci sarà di certo un turismo invernale” poiché “i nostri operatori si baseranno su un ampio protocollo di sicurezza”. In caso Bruxelles dovesse imporre lo stop, è quindi la conclusione di Vienna, sia l’Ue a ristorare un settore che dà lavoro a 700mila persone. Un tema questo che sarà sicuramente sul tavolo. Anche perché, alla luce delle scelte di Italia e Francia è possibile che si arrivi comunque ad una decisione comune – Svizzera esclusa per il momento visto che ha già aperto gli impianti – puntando ad un’apertura nel mese di gennaio e salvando così almeno parte della stagione.

In attesa di capire se si arriverà davvero a qualcosa di concreto, il governo continua a lavorare sul nuovo Dpcm, con due obiettivi: far respirare l’economia nelle settimane che precedono il Natale ed evitare spostamenti di massa nei giorni delle feste vere e proprie. C’è poi una parte del governo, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in testa con l’appoggio di Conte, che vorrebbe consentire ai ragazzi di tornare a scuola in presenza già prima di Natale. Forte dell’appoggio degli scienziati: anche dagli ultimi dati a disposizione la scuola, dice il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, contribuisce “in modo assolutamente marginale alla curva di trasmissione” del virus. Per questo il ministro ha convocato i sindaci delle dieci città metropolitane, che da sole rappresentano un terzo della popolazione italiana, 21 milioni di persone. L’obiettivo è “fare squadra” per riportare i ragazzi in aula – è girata anche la data del 9 dicembre, la prima utile dopo la scadenza dell’attuale Dpcm – e affrontare insieme il problema principale che ha costretto alla chiusura delle scuole, quello del trasporto pubblico. Per la prima volta ha aperto alla possibilità anche il ministro della Salute Roberto Speranza. “Faremo il possibile per riaprire in dicembre. La scuola è e resta una priorità”. Quanto agli spostamenti, nulla si deciderà prima del 3 dicembre e, anzi, è probabile che i provvedimenti per il periodo tra Natale e Capodanno arrivino con un secondo Dpcm a ridosso della vigilia. Ma la linea prevalente è quella dell’area rigorista del governo, supportata da tecnici e scienziati: evitare che ci si possa spostare liberamente tra le Regioni. Dunque maggiori vincoli anche per quelle in zona gialla.

Evitare le aggregazioni di persone che potrebbero crearsi intorno agli impianti sciistici: è questa la principale preoccupazione del governo. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella trasmissione Di Martedì. “Con le regioni parleremo, non abbiamo mai cercato polemiche. Capisco – ha detto il ministro – che dietro le piste da sci ci sono persone che lavorano e che meritano il massimo rispetto. Il punto è evitare le tantissime aggregazioni che possono svilupparsi e i tanti trasferimenti di persone che vanno in vacanza nelle località sciistiche. Dobbiamo stare molto attenti e ricordare quanto è successo la scorsa estate, quando in tanti hanno abbassato la guardia”. Evitare ogni spostamento non necessario fra Regioni, ha detto ancora il ministro Speranza. “In questo momento sono consentiti solo spostamenti da zona gialla a zona gialla. Vedremo l’evoluzione epidemiologica delle prossime settimane”, ha osservato. “Bisogna evitare gli spostamenti non strettamente necessari, ridurre il più possibile le relazioni con le altre persone se queste non sono indispensabili e restare a casa ogni volta che è possibile”.

Sorgente: Conte: ‘Coordinamento con l’Ue sulle misure per Natale’ – Politica – ANSA

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