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Indignazione per le parole dal pulpito di don Andrea Leonesi, che ha elogiato la Polonia per “la legge in cui anche il feto malformato non si può abortire” e ha ricordato la sottomissione della moglie nel matrimonio cristiano

di Paolo G. Brera

È l’aborto, mica la pedofilia, l’abominio più grave: don Andrea Leonesi, vicario del vescovo di Macerata, ne è così convinto che lo ha detto ai fedeli dal pulpito della chiesa dell’Immacolata durante la messa del 27 ottobre, scegliendo con sicurezza il meno peggio in un terribile confronto all’americana: “Guardate, fratelli, possiamo dire tutto ma l’aborto è il più grave degli scempi: Mi verrebbe da dire una cosa ma poi scandalizzo mezzo mondo. È più grave un aborto o un atto di pedofilia? Scusate, il problema di fondo è che siamo così impastati in una determinata mentalità… Con questo non voglio dire che l’atto di pedofilia non sia niente, è una cosa gravissima. Ma cosa è più grave?”.

L’omelia era iniziata con l’elogio alla Polonia che ha varato “una legge per cui anche il feto malformato non si può abortire. Oggi una cosa simile provate a dirla in Italia. È pure vero che Santa Faustina aveva avuto un’ispirazione: la rinascita della Chiesa sarebbe iniziata dalla Polonia”. E si è conclusa con il sacramento del matrimonio cristiano che prevede la sottomissione della moglie al marito, e con l’auspicio di una Chiesa futura a immagine e somiglianza del suo pensiero illuminato: “Che il Signore ci conceda una nuova generazione di politici cristiani che invertano la tendenza!”.

Le parole del vicario del vescovo (registrate in un video, pubblicato ieri su Cronache Maceratesi) hanno provocato la dura reazione di Sinistra Italiana, che ha chiesto al mondo cattolico di prendere le distanze dal “negazionismo, oscurantismo, maschilismo esasperato. Una visione della società arcaica e patriarcale di fronte alla quale il silenzio e l’indifferenza non sono ammessi”.

Sorgente: ‘Aborto più grave di pedofilia’, bufera sulle parole del vicario del vescovo di Macerata – la Repubblica

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