ROMA. «Ora è guerra aperta». È il messaggio che intasa le chat dei parlamentari del M5S non appena sulla loro casella appare la mail di Davide Casaleggio, inviata agli oltre centomila iscritti della piattaforma Rousseau. Apparentemente serve ad annunciare che, a causa «delle gravi morosità» di diversi eletti, l’omonima Associazione che gestisce l’infrastruttura digitale a servizio del M5S, e che Casaleggio jr presiede, è costretta «a ridurre progressivamente diversi servizi e strumenti le cui spese di funzionamento, in assenza delle entrate previste, non risultano più sostenibili».
In realtà la mail è un messaggio chiaro che l’imprenditore, figlio del co-fondatore del M5S Gianroberto, intende sbattere in faccia ai parlamentari che da settimane chiedono di sfilargli la piattaforma in nome di un controllo diretto del software da parte degli eletti. Lo fa rinunciando del tutto alla diplomazia, mettendo in vetrina la lacerazione interna al Movimento, usando una modalità che dai parlamentari viene percepita come una vera gogna pubblica. Infatti, scorrendo il testo, Casaleggio jr invita gli iscritti a cliccare sul link che contiene l’elenco di chi non ha ancora pagato la rata dei 300 euro mensili che ogni eletto si era impegnato a versare. È considerato in regola chi ha pagato fino ad aprile 2020 compreso. In totale, i morosi sono 48 su 294 tra deputati e senatori, circa un sesto. Tra i nomi più noti ci sono le senatrici Paola Taverna e Giulia Grillo (entrambe ferme al dicembre 2019). «Credo – scrive l’imprenditore – che nessuno debba essere al di sopra delle regole che ci siamo dati».
Il clima nel M5S è pessimo. Mentre si riaffacciano con insistenza ipotesi di scissioni, la richiesta di convocare gli Stati Generali continua a cadere nel vuoto. Ma, come spiega una fonte autorevole del M5S, prima di far partire la controffensiva Casaleggio ha voluto il via libera del garante Beppe Grillo. Ha informato il reggente Vito Crimi e l’ex capo politico Luigi Di Maio. In sintesi, sostiene il figlio del fondatore, se Rousseau va in mano ai parlamentari «è la fine del sogno di mio padre, dell’uno vale uno. Diventeremo come tutti gli altri».
Un concetto che non troppo diversamente esprime nella mail, augurandosi che «chi ha la responsabilità di far rispettare le regole la eserciti con giustizia ed equità». Se epurazione di massa deve essere epurazione di massa sarà: «Ho promesso che avrei custodito il progetto di partecipazione e di democrazia diretta che mio padre sognava e lo porterò avanti con tutte le mie forze». Ora tocca ai parlamentari fare la prossima mossa. Se avranno il coraggio di dare seguito alle minacce di lasciare il M5S se Casaleggio non dovesse farsi da parte. La guerra è appena agli inizi.