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Dal reddito di cittadinanza ai trojan. Dal rapporto con la Cina al Mes. Dall’Ilva fino all’Inps. L’involontaria e spassosa battaglia del leader della Lega contro ciò che ha fatto Salvini al governo

di Claudio Cerasa

Prima ancora di occuparsi del processo di Catania, c’è un altro processo di cui forse dovrebbe occuparsi il Capitano della Lega: quello caparbiamente messo in scena dallo stesso leader della Lega per ricordare quanti danni possa fare un governo guidato da Salvini

Il prossimo tre ottobre, Matteo Salvini dovrà affrontare a Catania la prima tappa del processo che lo vede accusato per sequestro di persona, per aver bloccato per quattro giorni, poco più di un anno fa, 131 migranti sulla nave Gregoretti. Nel corso della giornata di sabato, Matteo Salvini ha invitato il popolo della Lega a scortarlo. E per l’occasione, l’ex ministro ha suggerito ai suoi elettori di distribuirsi un po’ di fronte al tribunale di Catania e un po’ negli spazi che il leader ha scelto di dedicare a una tre giorni “sulla libertà” organizzata dalla Lega giustappunto a Catania. Il messaggio del Capitano è chiaro: aiutatemi a ricordare che quello che sto subendo altro non è che un processo politico. Il tempo ci dirà se aver sfidato volontariamente le norme che regolano il diritto del mare è, per un ministro, un atto sufficiente per essere rinviati a giudizio. Ma in attesa di capire quale sarà il destino giudiziario di Salvini si può dire che il più interessante processo politico con cui sta facendo i conti la Lega di Salvini è un altro ed è quello messo in campo ormai da mesi dallo stesso Salvini contro ciò che ha fatto Salvini ai tempi del governo Salvini. E se ci si fa caso non c’è un solo giorno in cui Salvini non faccia involontariamente campagna contro se stesso. Lo ha fatto due giorni fa, quando, parlando del caso Pasquale Tridico, nominato a capo dell’Inps dal governo di cui Salvini era vicepremier, Salvini ha attaccato il capo dell’Inps per essersi votato l’aumento di stipendio, senza sapere che la pratica per l’adeguamento dei compensi dell’Inps venne avviata proprio dal governo di cui Salvini era vicepremier. Stessa storia per un’altra misura contro cui da mesi Salvini si batte con vigore. Quando il leader della Lega, per esempio, denuncia gli orrori del Reddito di cittadinanza dimentica di ricordare che il Reddito di cittadinanza lo ha creato il governo di cui era vicepremier. Stessa storia per un’altra riforma, quella relativa al taglio del numero dei parlamentari, che Salvini ha di fatto ripudiato, invitando i leghisti a lui più vicini a fare campagna per il No, il tutto nonostante il taglio del numero dei parlamentari fosse una riforma nata all’interno della maggioranza di governo di cui Salvini era vicepremier. Stessa storia per un’altra questione di cui Salvini ha avuto modo di parlare durante la campagna elettorale per le regionali. Quando la Lega accusa il governo di aver reso impossibile la vita agli investitori di Ilva dimentica di ricordare che la norma contro lo scudo penale che ArcelorMittal ha usato in questi mesi per tentare di dire addio a Taranto è stata votata da Salvini nel Cdm del 23 aprile del 2019. Stessa storia per l’eccessiva, così dice Salvini, vicinanza del governo italiano alla Cina, ma Salvini dimentica di ricordare che il governo che ha sottoscritto il memorandum sulla Via della Seta era quello di cui Salvini era vicepremier e dimentica di ricordare che uno dei protagonisti di quell’accordo fu un sottosegretario al Mise, di nome Michele Geraci, ora tornato a lavorare in Cina come docente universitario, che era proprio un esponente della Lega. Stessa storia, se vogliamo, con il Mes, perché la Lega che oggi considera il Mes uno strumento del demonio è la stessa Lega che quando era al governo non ha mai messo in discussione la negoziazione per la riforma del Mes fatta per l’Italia dall’allora ministro dell’Economia Giovanni Tria. Stessa storia per un’altra misura contro cui da mesi Salvini si batte con vigore. Quando il leader della Lega si indigna per il modo in cui l’utilizzo disinvolto dei trojan avrebbe contribuito a minare le fondamenta dello stato di diritto (un trojan si è attivato anche all’interno dell’indagine sulla Lombardia Film Commission) dimentica di ricordare che chi ha approvato in Parlamento per la prima volta la legge che ha reso possibile l’utilizzo massiccio dei trojan è stato proprio, con la legge Bonafede, il governo di cui Salvini era vicepremier. Salvini fa bene dunque a preoccuparsi di come disinnescare il processo mediatico che potrebbe andarsi a innescare qualora il processo di Catania dovesse prendere forma. Ma prima ancora di occuparsi di quel processo ce n’è un altro di cui forse dovrebbe occuparsi il Capitano della Lega: quello caparbiamente messo in scena dallo stesso leader della Lega per ricordare quanti danni possa fare un governo guidato da Salvini.

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Sorgente: Il processo messo in campo da Salvini per denunciare i danni creati dal governo Salvini | Il Foglio

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