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di Eugenio Scalfari

Ieri mattina mi sono riletto sul nostro giornale il mio articolo dedicato a François de La Rochefoucauld e mi sono molto divertito: il personaggio è eccezionale fin da quando aveva i suoi diciott’anni alla corte di Francia dei primi del Seicento fino a quando tirò le cuoia nel 1680. Personaggi di questo genere non sono frequenti nella storia dei Paesi civili e in particolare in quella della Francia che è stato uno dei maggiori lumi di civiltà europea.

Questa mia rilettura mi ha dato da pensare a quello che sta accadendo oggi in Italia. Gli eventi sono numerosi anche perché noi abbiamo da molti decenni un Paese che è passato attraverso due guerre mondiali, una monarchia, una repubblica, una dittatura. Insomma una serie assai numerosa di varianti che se dovessi elencarle tutte con la dovuta attenzione non finirei più. Una lista che va da Nizza alla Svizzera italiana, alla Savoia e infine al Regno d’Italia e poi alla dittatura fascista e infine alla Repubblica italiana di oggi, membro attivo e importante della comunità europea che abbraccia un continente intero.

La nostra Italia non è un Paese che giganteggi: al contrario è pieno di guai e dal confronto tra forze politiche molto diverse tra loro e tuttavia le persone fornite di vigile spirito e opportuna cultura non mancano. Secondo me rispondono ai nomi di Mario Draghi, Ignazio Visco (presidente della Banca d’Italia), il presidente del governo Giuseppe Conte, l’ex premier Paolo Gentiloni, l’altro ex premier Enrico Letta, l’ex primo ministro e poi presidente della Corte Europea Romano Prodi. Infine Nicola Zingaretti, segretario del Pd.

Questi sono i possibili successori dell’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che sta per compiere i sette anni del suo ufficio. Il Presidente potrebbe puntare al bis. Mi sono permesso nei giorni scorsi di porre questa questione al Presidente ma ne ho avuto una risposta molto precisa: non ha alcuna intenzione di prorogare il suo incarico, quindi tra poco lo lascerà rendendo necessario il voto del Parlamento. Abbiamo dunque un appuntamento di grande interesse. Per quanto mi riguarda ci ho riflettuto abbastanza e a mio avviso i possibili aspiranti sono solo una parte dei nomi suddetti: Conte, Draghi, Prodi, Gentiloni.
Qui mi fermerei. Ma quali sono le vere chances di ciascuno di loro?

Il più dotato di tutti, secondo me, per l’esperienza che ha avuto, è Mario Draghi. Fu in un passato ormai lontano consulente economico del governo Ciampi; studiò con molta attenzione l’ipotesi di una moneta unica europea; poi fu presidente della Banca d’Italia. Infine fu nominato dalle banche centrali d’Europa presidente della Bce (Banca centrale europea) dove rimase per tutto il periodo previsto di sette anni. Questo è stato Draghi.

La presidenza della Repubblica porterebbe al vertice istituzionale del nostro Paese una personalità di grande livello economico, politico, culturale. Un’altra possibile e accettabile decisione sarebbe quella di vedere al Quirinale l’attuale primo ministro Giuseppe Conte. L’attuale incarico ha molto accresciuto le sue competenze di governo e di rappresentatività in una situazione tuttavia abbastanza difficile in Italia, in Europa, in Libia, in Egitto. Francamente non so se cambierebbe il suo attuale incarico con quello del Quirinale. Credo di sì e credo anche che se il Parlamento lo preferisse a Draghi la sostituzione ipotetica sarebbe accettabile. Non escluderei che in questa eventualità Mario Draghi potrebbe diventare lui capo del governo al posto di Conte: non sarebbe una soluzione da poco.

Di Prodi e di Gentiloni non c’è granché da illustrare: entrambi in epoche diverse hanno dato buon esempio di governo europeo e italiano e ciascuno di loro potrebbe aspirare al Quirinale anche se le carte in mano per quella soluzione spettano principalmente a Draghi o a Conte.  Perdonatemi, cari lettori: se avessimo un personaggio come François de La Rochefoucauld il problema sarebbe automaticamente risolto.

Sorgente: Tutti gli uomini per un presidente | Rep

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