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I risultati dell’esperimento condotto da Recompose a Seattle presentati al meeting dell’American Association for the Advancement of Science. I defunti trasformati in terriccio. “Non inquina e rispetta gli standard di sicurezza”. A Washington la recomposition è legalizzata

Anche la morte ha un impatto ambientale sul nostro Pianeta. O meglio, le tecniche di sepoltura incidono in modi diversi sull’ecosistema. “Ogni anno negli Stati Uniti è sepolta la stessa quantità di metallo necessaria a costruire il Golden Gate di San Francisco”, sostiene Katrina Spade, fondatrice di Recompose, l’azienda che a Seattle ha avviato il primo impianto di compostaggio umano dove i defunti saranno trasformati in terriccio.

I risultati dell’esperimento sono stati presentati durante l’incontro annuale dell’Association for the Advancement of Science, dimostrando come le spoglie umane siano un materiale facilmente compostabile e particolarmente adatto a questo tipo di smaltimento. Il compostaggio umano è risultato una soluzione ecologica all’inquinamento dei terreni, causato dai materiali non degradabili sotterrati, e all’emissione di gas tossici degli impianti crematori. In sostanza, stando al bilancio di Recompose, circa una tonnellata le emissioni di carbonio risparmiate rispetto alla cremazione e alla tradizionale tumulazione.

Ma hanno fatto scalpore anche altri metodi, come quello di ridurre le ceneri in diamanti, o la Capsula Mundi che prevede il posizionamento del cadavere dentro una capsula biodegradabile, poi sotterrata come base di un albero (metodo finito alla mostra Triennale di Milano).

Il compost è dunque l’ultimo trovato della scienza per smaltire i cari estinti con riguardo alla salvaguardia del Pianeta. Il primo maggio nello stato di Washington entrerà in vigore la legge che consente la recomposition del cadavere. La pratica prevede il posizionamento del corpo in una cassa riempita poi con trucioli, paglia ed erba medica. Per favorire la decomposizione l’ambiente viene riscaldato a più di 65 gradi.

AAAS

@aaas

What if our bodies fed the daisies, instead of “pushing them up”? https://fcld.ly/e355g6c 

Body composting promises a sustainable way of death

The science behind turning your body into fertile soil

sciencemag.org

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La scienziata del suolo Lynne Carpenter-Boggs della Washington State University di Pullman, dopo aver portato a termine una serie di sperimentazioni, ha dimostrato che attraverso questa nuova tecnica i microbi riescono a smaltire i corpi in poche settimane. Dopo 30 giorni i resti umani possono essere sparsi in un campo, tra le piante, su un albero. In modo del tutto naturale, visto che stando alle analisi effettuate, il tericcio prodotto dal compost umano soddisfa gli standard di sicurezza stabiliti dalla US Environmental Protection Agency per la presenza di metalli pesanti.

Quello sullo smaltimento dei corpi dei defunti per ridurre l’impatto ambientale è un tema affrontato da diversi team di specialisti nel mondo. In Svezia, unico caso in Europa, dal 2005 è legale un processo di congelamento del corpo che permette di disperdere i resti in natura. Una volta reso rigido, attraverso un moto oscillatorio, si scompone in frantumi che finiscono poi nel terreno.

 

WSU News @WSUNews

An organic death at in Seattle: soil scientist Lynne Carpenter-Boggs will present research on the natural organic reduction of human remains in the only state where is legal. 2/16/2020. Details: https://aaas.confex.com/aaas/2020/meetingapp.cgi/Paper/25776 

altre immagini e commenti cliccando il link sotto riportato

Sorgente: Il compostaggio umano aiuta la Terra. “Un modo per ridare quel che abbiamo preso alla natura” – Repubblica.it

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