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Il ragazzo simbolo delle proteste di Hong Kong si confronta con i fondatori del movimento italiano che per la prima volta parlano dopo il voto in Emilia Romagna. I giovani che scendono in piazza sfidano la vecchia politica, decisi a occupare il futuro. «Siamo l’urlo del popolo, impossibile non udirlo»

di Sabina Minardi

«Come ci piace spiegare, le sardine, di per sé, non esistono», dice Mattia Santori nel primo intervento dopo il voto emiliano in un dialogo in esclusiva tra i fondatori del movimento (Santori, Andrea Garreffa, Roberto Morotti e Giulia Trappoloni) e il leader della protesta di Hong Kong Joshua Wong.

«Le Sardine – prosegue Santori – sono semplicemente state un modo con cui si è risvegliato un sentimento profondo della società civile. Per venti minuti, per un giorno, per qualche mese le persone hanno preso delle sardine in mano e si sono ritrovate in una piazza. Anche questo è un elemento importante: contro tante finte verità raccontate sui social network, le sardine si incontrano fisicamente, perché i corpi non sono manipolabili e così non lo diventano neanche i cervelli. Molti hanno detto che le sardine sono un anticorpo al Populismo, è forse la definizione migliore per descriverci. I populisti oggi non difendono il popolo: lo utilizzano per ottenere consenso, senza dare risposte specifiche ai suoi bisogni concreti. Siamo l’urlo del popolo che per troppi anni è stato soffocato, ora però è possibile udirlo a centinaia di chilometri di distanza».

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Sorgente: «È questa la nostra rivoluzione»: dialogo in esclusiva tra Joshua Wong e le Sardine – l’Espresso

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