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Oggi la lista dei commissari: all’ex premier un ruolo strategico. Ci saranno 13 donne, quasi raggiunta la parità di genere

di Marco Bresolin

BRUXELLES. Dall’entourage di Ursula von der Leyen continuano a ripetere che «fino all’ultimo sono possibili modifiche» alla lista dei nuovi commissari. La presentazione ufficiale sarà oggi a mezzogiorno, ma in realtà l’elenco, con le relative deleghe, è stato chiuso definitivamente ieri. E la distribuzione dei portafogli ha lasciato un po’ di amaro in bocca in diverse Capitali. Di certo non a Roma. Come aveva assicurato la stessa von der Leyen nel faccia a faccia con Paolo Gentiloni di venerdì scorso, l’Italia otterrà ciò che voleva: gli Affari Economici. E proprio domani Giuseppe Conte volerà a Bruxelles per suggellare questo “nuovo inizio” nei rapporti con l’Ue: il premier vedrà von der Leyen, Jean-Claude Juncker, Charles Michel (prossimo presidente del Consiglio europeo) e David Sassoli (presidente dell’Europarlamento).

Fino all’ultimo parecchi governi hanno cercato di ostacolare l’assegnazione di questo portafoglio a Gentiloni: i nordici denunciano infatti uno sbilanciamento verso Sud nelle posizioni che contano dell’Eurozona. Ma la congiuntura politica favorevole all’Italia, unita al profilo del candidato, hanno permesso di vincere le resistenze. Gentiloni prenderà il posto di Pierre Moscovici e sarà il primo italiano a ricoprire l’incarico che prevede – tra le altre cose – il controllo sui conti pubblici dei governi. Non avrà il grado di vice-presidente, che pure era stato annunciato da Conte in occasione dell’ultimo Consiglio europeo, ma farà parte del nucleo ristretto al vertice della nuova Commissione.

Le conferme
Scorrendo la lista del nuovo esecutivo non sfugge un dettaglio: nel team von der Leyen, Gentiloni è il commissario con il curriculum più prestigioso, unico ex premier oltre a Valdis Dombrovskis (che è stato capo del governo lettone dal 2009 al 2014). Gli altri nomi di rilievo sono quelli dell’olandese Frans Timmermans (confermato primo vice-presidente: avrà la delega al Clima, tra le più ambite) e di Margrethe Vestager (vice-presidente esecutivo che si occuperà del Digitale). Completano il gruppo di testa lo spagnolo Josep Borrell (Alto rappresentante per la politica estera) e la francese Sylvie Goulard. Anche lei dovrebbe rinunciare alla vice-presidenza, ma in cambio otterrà un portafoglio pesante: si occuperà di mercato interno e industria della Difesa. Fatta eccezione per il belga Didier Reynders (attuale ministro degli Esteri con alle spalle 12 anni consecutivi come ministro delle Finanze), non ci sono moltissime figure di spicco nel nuovo esecutivo Ue. Il Commercio andrà all’irlandese Phil Hogan (oggi commissario all’Agricoltura) anche per rassicurare Dublino in ottica Brexit, mentre l’austriaco Johannes Hahn (commissario uscente all’Allargamento) dovrebbe ereditare da Gunther Oettinger il delicato portafoglio al Bilancio.

Esecutivo sbilanciato a sinistra
Von der Leyen aveva promesso la parità di genere e per questo aveva chiesto a tutti i governi di presentare due nomi, un uomo e una donna. Soltanto Romania e Portogallo hanno rispettato l’indicazione, ma alla fine l’obiettivo è stato raggiunto lo stesso: ci saranno 13 donne (compresa la presidente) su 27. L’esecutivo, inoltre, sarà più sbilanciato a sinistra rispetto al precedente: 10 commissari provengono da partiti affiliati ai socialisti europei contro i 9 dei popolari. Una composizione che non rispecchia i risultati elettorali delle Europee di maggio (il Ppe è stato il partito più votato) e nemmeno gli equilibri al tavolo del Consiglio europeo (in cui siedono 7 capi di Stato o di governo socialisti). A fare la differenza sono state le scelte del Lussemburgo (il premier liberale Xavier Bettel ha indicato il laburista Nicolas Schmit), dell’Olanda (che ha puntato su Timmermans, nonostante il suo partito sia all’opposizione) e dell’Italia (Conte non è affiliato ad alcuna famiglia politica europea).

Cinque gli esponenti dei liberali, ai quali va aggiunto Janez Lenarcic: l’attuale rappresentante permanente presso l’Ue del governo sloveno è un indipendente, ma il gruppo parlamentare di Renew Europe lo ha già arruolato nelle proprie fila. Unico verde è il lituano Virginijus Sinkevicius, 28 anni, dal 2017 ministro dell’Innovazione. Il polacco Janus Wojciechowski (verso l’Agricoltura) sarà l’unico conservatore. Su di lui e sull’ungherese Laszlo Trocsanyi sono puntati gli occhi dell’Europarlamento, che ha il potere di respingere i candidati.

Sorgente: Von der Leyen scioglie i dubbi: Gentiloni agli Affari economici – La Stampa

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