0 7 minuti 5 anni

di Giandiego Marigo

Molto spesso e giustamente, soprattutto ai giorni nostri, l’AreA di Progresso e Civiltà è delimitata dalla strenua e non sempre efficacie difesa dei diritti, ma va detto, nell’idealità socialista è connaturata, per sua natura fondamentale e per caratteristica originale, una fortissima consapevolezza dei propri doveri. Una sorta di scuola del dovere. La consapevolezza di quanto sia ,innanzi tutto il dovere che dà luogo e senso al diritto.

L’uno senza l’altro lasciano spazio a mostruosità acefale, senza futuro, senza prospettiva e lungimiranza … il petulante richiamo ai diritti è , per esempio, uno dei “sistemi” prediletti dal populismo per “nutrire” i propri adepti ed affermare le proprie metodologie. Anzi il richiamo ai doveri viene spesso dipinto come “orrore” o peggio “forma di oppressione” o di “follia delirante” … la parabola del buonismo descritto come vizio, l’invenzione stessa del termine . per esempio. È prodotto di questa mentalità e di questo metodo di disinformazione

Un altro esempio fra i più eclatanti sta racchiuso nella storia di innumerevoli fallimenti degli embrioni di “comportamenti socialisti” attuati nel tempo nel mondo. Falliti il più delle volte nel confronto con i limiti i quella che viene definita “natura umana”, ma che è , in realtà solo educazione al vizio.

Quando essi sono falliti? Provate a pensarci! Al di là ed al di fuori delle difese di principio. Tutti falliscono nel momento in cui il “controllo democratico dal basso” viene meno. Nel momento in cui il “diritto” viene dato per acquisito e scontato. Divorato o da un concetto totalizzante ed oppressivo di partito santificato ed iconizzato o peggio da una burocrazia strisciante che premette il proprio vantaggio a quello collettivo.

Falliscono cioè nel momento in cui i doveri si separano, concettualmente dai diritti, in cui la delega sostituisce la partecipazione,più faticosa ed estenuante con la delega ad un gruppo di dirigenti santificati.

Quando, in contesto “teorico” di potere controllato dai molti e dal basso la struttura di trasmissione diventa “potere” in sé?

Nel momento in cui i molti dimenticano la fatica del controllo democratico e della partecipazione, il dovere, e delegano il controllo di tale incombenze ad una struttura sovrastante ed onnisciente. Questo è vero in democrazia, soprattutto quando viene spacciata , ai nostri tempi, per diretta; e lo è anche nell’attuazione del socialismo.

Il diritto non prescinde quasi mai dal dovere.

Nella cura ambientale, per esempio, questo diventa assolutamente palese non è possibile attuare alcun controllo che non parta da una consapevolezza e coscienza personale da quello che potremmo definire senso del dovere.

Nella “pratica” del populismo questo diventa assolutamente palese, il continuo richiamo ai diritti, senza la precisazione puntuale dei doveri che sono sottesi ad ogni diritto acquisito, senza la precisazione del contesto in cui l’affermazione e la difesa di questo “diritto” avviene è la sua arma quotidiana . Facendo, appunto, molto rumore e sollevando moltissima polvere, ma finendo, nei fatti, con il rafforzare le strutture elitarie e di controllo, quando non direttamente con il nutrire il potere stesso.

In questo senso acquisisce la massima importanza l’alfabetizzazione, non tanto e non solo quella dell’abbecedario, che al giorno d’oggi parrebbe ridicola ed anacronistica, ma quella della partecipazione della capacità di essere “collettività”, quella del bene comune, che più d’ogni altra esalta il rapporto fra “diritti e doveri”.

Vi è una sorta di retorica nelle mie affermazioni, me ne rendo perfettamente conto, i nostri nonni ci hanno ottimamente precisato questo rapporto, molto meno i nostri padri … eppure pur con tutto questo bagaglio di “luoghi comuni”, la tendenza a dimenticare questo semplicissimo assioma è “nutrita ed implementata” dal sistema che ci fornisce l’illusione che tutto possa essere ottenuto senza alcuno sforzo da parte nostra … comprato in confezione ermetica e scatola di montaggio.

Ed allora il gioco delle correnti marine accumula la plastica nel Pacifico, raggiungendo l’Atlantico; gli alberi cadono in Amazzonia per far posto agli allevamenti, ai pascoli industrializzati e alla palma da olio … il pianeta muore, soffocato dalla pretesa umana all’affermazione del proprio “diritto” all’agiatezza ed al consumo. Quello che Trump, Reagan e Bush, ma anche Clinton e Obama hanno, per esempio definito -Il diritto inalienabile degli Stati uniti al loro stile di vita-.

Taranto soccombe al cancro procurato dalla follia del capitalismo , che si nasconde, comodamente, dietro il “diritto” al lavoro, omettendo, senza nemmeno troppo sforzo “il dovere” alla tutela della salute. Sino al grottesco della triplice e di un governatore di sinistra che difende il diritto dell’ILVA ad inquinare (anche se non in modo palese)

La nostra è una filosofia dei diritti, che il populismo nutre e che il Capitalismo sfrutta per affermare la propria fantasmagorica società dei consumi, ma è apparenza, forma . Sempre più lisa e corrotta dalla realtà di una disperazione e povertà dilagante.

Cosa, per esempio, se non il “senso del dovere” ha sorretto il sacrificio pesantissimo dei nostri resistenti? Cosa ha motivato la fatica degli intellettuali che hanno “formato” i primi “gruppi socialisti” … certo la difesa e l’affermazione dei diritti, ma anche una profonda e tenace consapevolezza dei doveri.

Concludendo le “esperienze” di transizione, per quanto ostacolate, corrotte o fallite, hanno dimostrato che “il senso dei doveri” è parte integrante del loro “possibile” successo; ed allora appare indispensabile che “l’educazione politica” di un socialista passi necessariamente da questa consapevolezza che è parte costituente ed importante del messaggio che portiamo ed è servizio e dovere.

Anche se , purtroppo, non la più gradita ad una umanità che trova molto più semplice omettere i propri doveri e la propria appartenenza preferendo il possesso ed i benefit che ne conseguono alla fatica di essere parte di corpo collettivo funzionante.

Sorgente: L’Ideologia Socialista – Socialismo è affermazione e difesa dei diritti, ma anche consapevolezza dei doveri

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