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Il capo politico chiede aiuto al “frontman” grillino per fermare l’avanzata della Lega. Lui non scioglie ancora la riserva e pone alcune condizioni

By Gabriella Cerami

Così brusco e diretto non era stato mai: “Questo è il momento di non mollare, non ci sono viaggi da fare”. Luigi Di Maio, adesso, con l’aria di chi si è spazientito, senza nominarlo chiede ad Alessandro Di Battista, via Facebook, di tornare in campo. I contatti tra i due sarebbero costanti e queste parole, secondo qualcuno, risuonano come un invito a candidarsi alle Elezioni europee, non solo a impegnarsi nella campagna elettorale. L’accelerazione, mentre Di Battista non ha ancora sciolto la riserva, arriva non a caso nel giorno in cui M5s vede i suoi consensi più che dimezzati in Basilicata, dopo la batosta della Sardegna e prima ancora dell’Abruzzo.

Quindi un richiamo all’ordine diretto alla “star M5s” che, stando alle ultime dichiarazioni, starebbe progettando il suo viaggio in India con partenza a giugno. Dal giorno della sconfitta elettorale in Abruzzo, l’ex deputato è praticamente sparito non avendo condiviso i tentennamenti del partito sulla Tav e sulla concessione ad Autostrade. Senza parole chiare su questi due temi l’ex deputato si tirerà indietro. Sarebbero queste le condizioni per esserci o meno.

Sta di fatto che oggi, davanti ai dati della Basilicata, dove i pentastellati sono passati dal 44% delle politiche del marzo scorso al 20% delle Regionali, il capo politico chiede aiuto. Chiede un impegno in prima linea e da protagonista “alla star del palco” nella campagna elettorale delle Europee per non restare schiacciati dalla Lega.

Lo stesso ragionamento viene fatto dal senatore Gianluigi Paragone che pubblicamente chiede il ritorno di Di Battista e che il Movimento sia “più cazzuto”: “L’ho detto al Corriere così come lo dico in piazza: il Movimento non può fare a meno di lui”. Il futuro di Di Battista appare sempre più incerto. Fino a pochi giorni fa, in ambienti M5s, veniva escluso un suo ritorno in campo, neanche per fare semplicemente campagna elettorale poiché sarebbe rimasto amareggiato dopo che gli sono state, a suo dire, attribuite indebitamente alcune colpe come l’incontro con i gilet gialli alla periferia di Parigi. A breve Di Battista dovrebbe pubblicamente sciogliere la riserva sul suo futuro, rompendo così il silenzio.

Intanto nel Movimento c’è da affrontare il risultato del voto in Basilicata. È il terzo risultato negativo, anche se qualcuno lo considera “una boccata di ossigeno. Poteva andare peggio – dice un deputato – i sondaggi ci davano tra il 13 e il 16%. Il 20% è buono, soprattutto dopo la Sardegna”. Ma al di là della magra consolazione e delle dichiarazioni che Di Maio ha fatto per tutto il giorno per iniettare positività, adesso gli occhi sono rivolti al prossimo appuntamento, quello di maggio. Fino ad allora non ci saranno altre competizioni, quindi bisogna puntare tutto sulle Europee e per dimenticare i voti delle amministrative.

Il fuoco di fila è partito di buon mattino. Il primo post è delle 9.30 in punto, giusto in tempo per fermare i più critici. “Ma quale crollo? M5s in Basilicata è il primo partito”, il capo politico Luigi Di Maio detta la linea e i parlamentari grillini la sviluppano per tutto il giorno in maniera quasi assillante su ogni mezzo di comunicazione possibile e immaginabile, anche se il Movimento è passato dal 44% delle Politiche del marzo scorso al 20% delle Regionali. Di Maio insiste: “Nelle Regionali del 2013 eravamo al 7%”. Il problema però è che la Lega cinque anni fa neanche si era presentata mentre ora ha ottenuto il 19%.

In casa M5s scoppia l’allarme: “Dopo l’Abruzzo e la Sardegna, questa è la dimostrazione che la Lega ci sta soffocando. Parte di quel 20% era nostro e la restante parte l’ha riconquistata il Pd”, dice un sottosegretario M5s a taccuini chiusi. Qualcuno, come Mattia Fantinati, spera che M5s passi presto all’incasso grazie al reddito di cittadinanza. Altri, come Paola Nugnes, già deferita ai probiviri, sostiene che il governo si sia “posizionato a destra e molti elettori che ci avevano votato, e me compresa, non si identificano più nel Movimento 5 Stelle. Tanti sono tornati a votare il Pd, a cui noi avevamo sottratto i voti”.

E le origini del Movimento 5 Stelle sono rappresentate da Alessandro Di Battista, colui che non si è “macchiato” andando al governo con la Lega. È quindi l’unico che può fare una campagna elettorale davvero di lotta, anche solo gli ultimi venti giorni, questo è il ragionamento che viene fatto negli uffici M5s. E in settimana Di Battista dovrebbe comunicare la decisione.

Sorgente: Di Maio invoca la candidatura di Di Battista alle Europee. M5s ci spera | L’Huffington Post

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