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ROMA Di fronte ai numeri dei clochard uccisi dal gelo delle notti romane – 9 in poche settimane – Virginia Raggi è pronta a sfornare un’ordinanza che obbligherebbe i senzatetto ad accettare l’assistenza comunale, almeno quando le temperature si fanno più impervie e restare all’aperto può mettere in pericolo la vita. Il provvedimento che ha in mente la sindaca di Roma dovrebbe prevedere il ricorso al «trattamento sanitario obbligatorio», un’ipotesi su cui stanno ragionando in queste ore i tecnici comunali, a partire dai legali dell’Avvocatura capitolina, a cui la giunta si è rivolta per capire come mettere in pratica la disposizione.
Si parte da un dato: mentre purtroppo continuano ad arrivare in Campidoglio le notizie dei senza fissa dimora stroncati dal freddo – l’ultimo l’altro ieri, in un parco a due passi dalla Piramide Cestia – i report degli operatori sociali confermano che centinaia di posti nelle strutture allestite dall’amministrazione rimangono vuoti. «In tanti rifiutano il nostro aiuto», racconta chi ogni giorno offre assistenza agli homeless. Solo negli ultimi tre giorni, lo abbiamo raccontato ieri su queste colonne, mentre due clochard perdevano la vita in qualche giaciglio di fortuna, i ricoveri comunali contavano 108 letti disponibili. Letti vuoti.

GLI EPISODI
Aveva rinunciato all’assistenza comunale il senzatetto trovato morto il 29 novembre su un marciapiede a San Lorenzo. E lo stesso ha fatto il clochard che si è spento in un giardino pubblico a Tor Marancia il 2 gennaio (il primo caso del 2019) e quello rinvenuto lunedì in parchetto a due passi da una fermata del metrò in zona Cornelia, a Roma Nord. «La verità è che molti preferiscono restare nei luoghi dove passano le giornate, magari da anni – raccontano gli operatori della Sala sociale del Comune – è difficile per loro staccarsi da certi posti, da certe abitudini…». Col rischio di sottovalutare l’azzardo di questa scelta, soprattutto quando il termometro, come sta avvenendo in questi giorni, si avvicina pericolosamente allo zero e non basta l’alcol per scaldarsi. Nicolae, il clochard trovato senza vita martedì in zona Ostiense, era circondato da bottiglie di vino e superalcolici.

La giunta grillina nelle ultime 48 ore è finita nel mirino di Caritas, Croce Rossa e altre organizzazioni benefiche. Una batteria di attacchi per la gestione dell’emergenza freddo e per non avere fatto nulla, questa è l’accusa, per migliorare la rete dell’assistenza.

«TRATTAMENTO OBBLIGATORIO»
Per questo ieri Raggi, dopo avere letto i report sui 108 posti vuoti nei ricoveri comunali, ha deciso di intervenire. E ha chiesto un approfondimento all’Avvocatura per capire con quali strumenti «costringere» i clochard ad accettare un riparo durante la notte. Due le ipotesi che circolano a Palazzo Senatorio: la prima è quella di sfruttare il «Tso», il trattamento sanitario obbligatorio che però, per essere attivato, ha bisogno di un provvedimento firmato dal sindaco «in qualità di massima autorità sanitaria del Comune di residenza o del Comune dove la persona si trova momentaneamente, dietro proposta motivata di due medici, di cui almeno uno appartenente alla Asl di competenza territoriale», così dice la legge.

I LIMITI
L’alternativa è un elenco di zone – soprattutto parchi e ville storiche, ma anche gli argini del Tevere – in cui verrebbe proibito ai cittadini di dormire, quando le temperature si abbassano oltre una certa soglia. In questo secondo caso, però, i clochard potrebbero sì essere obbligati a spostarsi ma non ad accettare il posto nelle strutture del Campidoglio.

C’è poi un limite, in questa strategia. La mancanza di letti per ospitare tutti. I senzatetto di Roma sono oltre 8mila, secondo le stime della Comunità di Sant’Egidio, mentre i posti disponibili, pur aumentati in questi anni, sono 1.611.

Sorgente: Raggi e il gelo a Roma, «Obbligo di ricovero per salvare i clochard»


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