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I suoi parenti che restarono in quelle terre furono sterminati dai nazionalisti ucraini e dai nazisti tedeschi. Di questa vicenda la Schlein ne parla nel suo libro “La nostra parte”, pubblicato la settimana prima dell’intervento russo in Ucraina, quando cioè quella guerra era ancora un argomento di nicchia. Dalla settimana dopo tutto cambiò, arrivò la scure della censura e la barbarie revisionista che portò all’omissione dei crimini fatti dai nazionalisti ucraini negli anni ‘40 e quelli di oggi dei loro eredi.

 

La Schlein nel suo libro giustamente dice:

In Galizia, regione tra i Carpazi e la Vistola dove viveva una vasta comunità ebraica, si è scritta una delle pagine più atroci ed efferate dell’orrore dell’Olocausto. I nazisti organizzarono con la collaborazione dei nazionalisti ucraini dei pogrom massicci, di una violenza che non si può immaginare: ammazzavano anche 30.000 persone al giorno.

Decine di migliaia di ebrei furono rinchiusi nel ghetto di Leopoli, deportati al campo di concentramento di Janowska nell’immediata periferia della città oppure fucilati alla cava di argilla e sabbia nel bosco. A Leopoli morirono oltre 130.000 ebrei.

Sorgente: Il nonno di Elly Schlein e il nazionalismo ucraino – Cambio Globale – L’Antidiplomatico

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