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A Mariwan, nel Kurdistan iraniano, le autorità di Teheran hanno usato la violenza per reprimere le proteste generatesi in seguito alla morte di Nasrin Ghaderi, studentessa 35enne originaria della città ma residente nella capitale, uccisa sabato sera per le ferite riportate durante una manifestazione. È stata colpita con diverse manganellate alla testa ed era entrata in coma, è morta nella notte tra sabato e domenica. Si trovava in strada per protestare contro il regime in seguito all’uccisione di Mahsa Amini, la giovane uccisa dalla “polizia morale” per non aver indossato correttamente il velo. I familiari della vittima hanno denunciato all’agenzia curda Rudaw che le autorità del Paese avrebbero proibito alla ragazza di essere sepolta nella sua città natale. I funerali si sono tenuti senza la presenza di parenti e amici per evitare che si trasformassero in nuove rivolte.

Nelle proteste di Mariwan sono decine i manifestanti feriti, secondo quanto riporta l’ong curda per i diritti umani Hengaw. Intanto Human Rights Iran ha accusato le forze di sicurezza iraniane di aver aperto il fuoco due giorni fa, il 4 novembre, contro un raduno nella città di Jash, nel Sistan e nel Belucistan. Anche quattro agenti di polizia sono morti nei disordini. Lo scorso 30 settembre invece a Zahedan decine di manifestanti sono stati uccisi in quello che è stato ribattezzato “Bloody Friday”. Si stima che le vittime civili dall’inizio delle proteste – che hanno preso il via  settembre – siano 304, tra cui 41 bambini, in 21 diverse province del Paese.

Sorgente: Iran, studentessa 35enne uccisa a manganellate in testa durante le proteste

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