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Il colosso dell’informazione Usa Bloomberg annuncia per errore l’invasione russa dell’Ucraina. Il titolo errato sarebbe rimasto online per circa mezz’ora, ripreso anche da giornali autorevoli come il Wall Street Journal. poi è stato cancellato. Sul sito dell’agenzia è stata pubblicata poi una nota di scuse. . Mosca: fake news criminali. Zelensky in difficoltà. Sbarco vero quello dei soldati Usa della 18esima divisione aerotrasportata in Polonia. Domani (oggi) Macron da Putin

L’inciampo Bloomberg

Bloomberg: «È iniziata l’invasione russa», poi si scusa. Un errore che avrebbe potuto avere conseguenze pesanti quello commesso dall’agenzia di informazione Bloomberg. Alle 22 circa di ieri sera ha diffuso per errore la notizia dell’avvio dell’invasione dell’Ucraina, con un titolo che sarebbe rimasto online circa mezz’ora, per poi essere cancellato. Sul sito dell’agenzia di stampa è stata pubblicata poi una nota di scuse in cui si spiega che i titoli vengono preparati ‘per differenti scenari’ e quello che recitava ‘La Russia invade l’Ucraina’ è stato ‘inavvertitamente pubblicato”’. Nella nota si assicurava anche che si sta indagando ‘sulle cause’ dell’errore. Sui social media diversi utenti oggi riferiscono che la falsa notizia è stata subito ripresa da altre testate, tra cui il Wall Street Journal. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha commentato tra il serio e faceto, facendo notare che «messaggi di questo tipo possono portare a conseguenze irreparabili, e che ora invece di parlare di fake-news potremmo dire Bloomberg news». Con qualche sospetto che l’incidente non sia stato del tutto casuale. Ma lo vedremo dopo.

In Polonia i primi militari Usa

Allo scalo militare di Rzeszow, sudest della Polonia, i primi soldati americani sono atterrati ieri. Arrivano da Fort Bragg, in North Carolina, 18esima divisione aerotrasportata, e fanno parte del contingente che il capo della Casa Bianca, Joe Biden, ha inviato «per rendere più solido il fianco orientale dell’Alleanza atlantica», la motivazione militare. Contromossa alle esercitazioni di Mosca in Bielorussia. Valore politico, chiarire a alla Russia e ai suoi stessi alleati Nato che gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di rivedere gli impegni militari in Europa. assunti con l’Europa, come hanno ribadito in settimana il Dipartimento di Stato e quello della Difesa. Una mossa certamente non distensiva.

La Base Usa di Rzesow in Polonia

Rzeszow si trova a meno di cento chilometri da Lviv e rappresenta l’avamposto della Nato prima del confine con l’Ucraina. Messaggio forte e chiaro. Nel complesso in Polonia arriveranno mille marine nei prossimi giorni. «Non è il “Fort Trump” che il governo di Varsavia avrebbe voluto costruire quando il presidente americano era, appunto, Donald Trump, ma poco ci manca», osserva Luigi De Biase sul manifesto. Altri mille uomini gli Stati Uniti hanno deciso di inviarli in Germania. E mille saranno trasferiti dalle basi tedesche alla Romania. È soltanto l’inizio di una operazione più vasta, perché nel complesso i soldati americani in allerta sono 8.500.
Intanto ieri -ci spostiamo sulla manovre sul fronte opposto in corso da giorni-, una coppia di bombardieri russi Tu-22M3 ha effettuato un pattugliamento nei cieli della Bielorussia interagendo, ha fatto sapere il ministero della Difesa russa «con l’aeronautica e la Difesa di Minsk durante la missione di quattro ore».

Ruggiti in casa Nato

La Nato minaccia e si ripete. La parte diplomatica per evitare il patatrac ora vede in pista il presidente francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Il primo sarà a Mosca e poi a Kiev domani e dopodomani. Il secondo ripeterà il copione la settimana successiva. Per quel che riguarda Stoltenberg, è ormai ufficiale che lascerà il posto di segretario generale della Nato a settembre per assumere la guida della Banca centrale norvegese. Sperando senza un ultima tragedia modello Afghanistan alle spalle. «E finora occorre dire che i suoi allarmi sono stati smentiti dai fatti: le truppe russe sono ferme nello stesso punto da dieci mesi. Nessun avanzamento. Nessun attacco», rileva la stampa internazionale non trombettiera.

E qui si torna al ruolo della stampa

L’inciampo della falsa ‘invasione russa’ da parte della grande agenzia di stampa statunitense Blooberg ci dice della potenziale minaccia di un uso strumentale dei mezzi di informazione a ‘vendere’ le occasioni per favorire una guerra già decisa da una delle parti. La causa scatenante. A Mosca considerano le tesi riportate quotidianamente dai grandi network occidentali di informazione (noi siamo nani quindi non compresi) come una campagna che serve a giustificare la fornitura di armi a Kiev. Il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, ha detto venerdì che il paese ha già ricevuto 85 tonnellate di aiuti militari solo dagli Usa. Poi quelle britanniche di Boris Johnson in visita e chi sa quant’altro da scoprire.

Per la guerra contro Zelensky

«Di questa fase paradossale la prima vittima sembra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky», annota De Biase. Nelle scorse settimane ha dovuto ridimensionare conprove concrete i rapporti della Nato e degli Stati Uniti, e per questo ha ricevuto critiche cattive sulla stampa internazionale. Ieri il Financial Times, ricordando i suoi trascorsi come attore comico e la scarsa esperienza politica, ha insinuato che non stia difendendo il paese. Questo genere di critica, a Kiev, è solitamente espresso dagli ultra nazionalisti. Strano incrocio tra ambienti liberal della società globale e l’estrema destra ucraina. «Con due distinte iniziative Stati Uniti e Canada hanno chiesto negli ultimi giorni a Zelensky di fermare il caso giudiziario che riguarda il suo predecessore, Petro Poroshenko, tornato in patria un paio di settimane fa e che deve rispondere ad accuse di tradimento», rileva il manifesto. Il quale Poroshenko, bollato da presidente come antidemocratico, torna eroe ora che incita la maidan, la piazza ucraina, allo scontro armato dato come inevitabile.

Ucraina, terra di grande emigrazione

Le pressioni più forti su Zelensky arrivano dai canadesi. Il premier, Justin Trudeau, e la sua numero due, Chrystia Freeland, hanno contatto personalmente le massime autorità ucraine. «L’arresto di Poroshenko minerebbe gli sforzi del fronte schierato contro la minaccia russa», hanno fatto sapere fonti vicine a Freeland, che ha origini ucraine, e per la causa nazionale s’impegna ben oltre i normali canoni della diplomazia. Origini condivise con il segretario di Stati Usa Antony Blinken, nonni materni ungheresi e quelli paterni ucraini.

Sorgente: La guerra in Ucraina annunciata per sbaglio e truppe Usa vere in Polonia –

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