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Salvini (Lega), Meloni (Fratelli d’Italia) e Berlusconi (Forza Italia), la logica della gara non funziona: il dibattito su una soluzione alternativa.

In attesa di verificare se Salvini e Meloni riusciranno a risolvere la loro personale controversia sulla premiership, nel centrodestra hanno iniziato a discutere su una soluzione alternativa: non disponendo di un altro Berlusconi, alla coalizione servirebbe un Prodi, cioè un candidato per Palazzo Chigi capace di essere un valore aggiunto per l’alleanza e in grado di rappresentarli tutti. Il tema del federatore — che fu la soluzione escogitata nel ‘96 dal centrosinistra quando D’Alema disse al Professore «noi le conferiamo la nostra forza» — alimenta i conversari di dirigenti che per un ventennio non si sono dovuti porre (quasi) mai il problema: tanto c’era il Cavaliere.

E il solo fatto che si affronti l’argomento, testimonia che l’idea di incoronare leader chi ha «un voto in più» non regge, perché finisce per scadere in un derby interno che priva l’alleanza della forza necessaria per presentarsi unita davanti ai cittadini, in modo da conquistare «un voto in più» rispetto agli avversari. D’altronde a mettere in discussione questo schema sono stati proprio Meloni e Salvini, quando nell’ultima fase della campagna elettorale — dopo un braccio di ferro logorante — si sono resi conto che lo contesa li avrebbe condannati entrambi. Troppo tardi. Le urne sono state come una sentenza. E in vista dell’appello c’è da riorganizzare il rassemblement.

Sulla validità del modello fin qui adottato, si interrogano tutti gli alleati. I centristi lo definiscono «infantile», pur ammettendo che «c’è un problema: come si spiega alla Meloni che il meccanismo per la premiership cambia, ora che nel centrodestra è formalmente prima?». «Eppoi oggi un Prodi noi non ce l’abbiamo», sostiene un autorevole dirigente di FdI, che evidenzia le differenze rispetto al passato, quando Berlusconi era egemone: «Mentre adesso sarebbe difficile trovare un federatore per due forze di eguale peso». Ma il tema è sul tavolo, si scorge nelle parole del leghista Centinaio, che pur restando fedele alla logica del «voto in più», aggiunge: «… Se invece si scegliesse, ad esempio, il più moderato, il più europeista, allora andrebbe chiarito. Mettendo in campo i nuovi criteri».

E oplà, il dibattito su un «Prodi berlusconiano» viene cripticamente aperto. Per certi versi questa è la cartina di tornasole dei problemi di un’alleanza che resta in testa nei sondaggi ma che sconta un deficit d’immagine e politico, su cui La Russa concentra l’attenzione: «Bisogna dimostrare agli italiani che la coalizione non è schiacciata a destra ma è di centrodestra». Con un concetto di ispirazione tatarelliana, l’ex ministro della Difesa fa capire che il buco è al centro, che quel buco va coperto, che FdI e Lega per la loro parte devono farsene carico, agevolando la nascita di una formazione in quell’area rimasta orfana della vecchia potenza forzista. Lì, alla zona di confine con il centrosinistra dove si vincono le elezioni, il centro del centrodestra è oggi piccolo e diviso, minacciato da nuove micro-scissioni che non sottrarrebbero voti ma credibilità all’alleanza. Ecco a cosa si riferisce La Russa. Ed ecco perché il leader udc Cesa rivolge un appello al Cavaliere, affinché per un verso «promuova una federazione centrista capace di allargare i confini attuali», e per l’altro «individui insieme agli alleati una personalità a cui affidare la guida della coalizione alle prossime elezioni. Altrimenti sarebbe complicato vincerle». A parte l’indole da sovrano di Berlusconi, andrebbero superate le (legittime) remore dei sovranisti Salvini e Meloni.

Si vedrà quale piega prenderà la discussione sulla premiership, nel frattempo sarà sull’ elezione del capo dello Stato che si misurerà l’unità del centrodestra. «Dovremo saper dire insieme sì o no ai candidati per il Quirinale», riconosce uno dei maggiorenti dell’alleanza: «Due nomi sui quali potremmo compattarci li abbiamo già. Sono Draghi e Berlusconi». Ma il primo a sospettare che non sia così è proprio il Cavaliere…

Sorgente: Salvini – Meloni: il centrodestra cerca un federatore, un “Prodi berlusconiano”- Corriere.it

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