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Questa settimana Facebook dovrebbe cambiare nome. Non il social network, ma il gruppo che fa capo a Mark Zuckerberg, di cui fanno parte anche Instagram, Whatsapp e Oculus. Apparentemente si tratta di una operazione non diversa da quella che fece Google qualche anno fa, quando decise che il nome –  la società ombrello – di tutte le diverse attività del gruppo – a cominciare da YouTube per arrivare ad Android – sarebbe stato Alphabet (anche se tutti continuano a chiamarlo “gruppo Google”). In realtà il cambio di nome per Facebook arriva nel momento più difficile della sua storia. Da un mese un grande quotidiano americano sta pubblicando a puntate i contenuti di decine di migliaia di documenti interni che dimostrano essenzialmente due cose: la prima, Mark Zuckerberg è perfettamente consapevole dei danni che i suoi social network fanno ogni giorno alle persone e più in generale alla democrazia; la seconda, ne è consapevole perché avvisato dai suoi collaboratori, eppure non fa nulla, anzi pubblicamente nega sempre per difendere il profitto. Dal punto di vista reputazionale la crisi in corso è in disastro (e oggi la dirigente pentita Frances Haugen continua il suo tour testimoniando al parlamento britannico). Cosa che fa dire a diversi osservatori come come brand Facebook è già morto. Il gruppo invece continua a crescere. Diversi miliardi di utenti usano i suoi servizi ogni giorno. Come si è visto qualche settimana fa quando improvvisamente, e per molte ore, hanno smesso di funzionare, con un impatto sulla vita di molti per nulla banale. 

Sorgente: Le dimissioni (necessarie) di Zuckerberg – Italian Tech

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