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In meno di 24 ore, una massiccia campagna di mobilitazione virtuale è riuscita a coinvolgere le persone in tutto il mondo, grazie all’idea di un giovane fotografo malese

di Emanuele Capone

Occhi puntati su Rafah, cioè appunto All Eyes on Rafah: nelle ultime ore, anche in Italia e su profili italiani, navigando su Instagram è impossibile non imbattersi in questa immagine, che ritrae dall’alto una sconfinata tendopoli e che ha iniziato a circolare tantissimo dopo i bombardamenti di Israele che avrebbero provocato 45 vittime fra gli sfollati palestinesi di Rafah.

L’immagine, che invita appunto a tenere alta l’attenzione su quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza, ha raccolto (nel momento in cui scriviamo) oltre 33 milioni di condivisioni, tantissime soprattutto considerando il tempo di utilizzo relativamente breve: cliccando sulla scritta Tocca a Te che l’accompagna, si accede a una funzionalità di Instagram che permette di ricondividerla ma anche si può risalire all’autore originale.

 

 

 

 

L’autore sarebbe un fotografo di origine malese noto online come Chaa, che sino a martedì (ieri) aveva poche migliaia di follower ma ora ha superato quota 23mila e ha fissato proprio la storia su Rafah fra quelle in evidenza sul profilo.

Il fatto che l’immagine abbia avuto (e stia ancora avendo) tutta questa visibilità non deve stupire: contrariamente a quanto sostengono in molti sui social, e come su Italian Tech abbiamo già chiarito, non sono questi i contenuti di genere politico di cui Instagram e Facebook stanno limitando la diffusione. La decisione di Meta riguarda i post fatti specificamente da personalità della poltica, candidati e partiti, non quelli condivisi dalle persone comuni. Milioni di persone comuni, fra l’altro.

@capoema

Sorgente: All Eyes on Rafah, da dove arriva l’immagine condivisa 33 milioni di volte su Instagram – la Repubblica


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