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(Tommaso Merlo) – Passa anche la riforma Cartabia, nessun miracolo di San Conte. Giusto qualche pezza in extremis per salvare facce e poltrone. L’ennesima sconfitta lacerante del Movimento, forse la più penosa sia perché tocca un tema storico sia per come viene camuffata. Certi giri di parole rendono solo ridicoli chi li pronuncia. Son passati pochi anni dalle piazze colme di speranza ed oggi il Movimento approva una riforma della giustizia con Berlusconi e con tutta la vecchia partitocrazia che sorride soddisfatta. Adesso non resta che smantellare il Reddito di Cittadinanza e poi passare ad alzarsi lo stipendio, togliere il limite dei due mandati e procedere con la pidizzazione. A quel punto l’opera di svendita del Movimento sarà completata. La vecchia partitocrazia e i giornaletti delle lobby festeggiano gioiosi. Evviva, la svendita procede a grandi passi. Inarrestabile. Inspiegabile. Almeno per adesso. Evviva, in Italia torna tutto come prima, anzi, peggio di prima. Perché non c’è neanche più nessuno che rappresenti la voglia di vero cambiamento e perché la vittoria dei restauratori li rende ancora più ottusi ed arroganti di prima come dimostra la cronaca di questi giorni. Ora i riflettori passano ai parlamentari e agli iscritti del Movimento. Gli uni e gli altri chiamati a schiacciare i rispettivi bottoncini. Vedremo se i fantomatici “portavoce” confermeranno di aver dimenticato gli attributi a casa e abbasseranno la testa pure questa volta, oppure se capiranno che ormai è una questione di coscienza e come tale sono del tutto liberi da ogni vincolo. Altro che ordini di scuderia, devono votare pensando solo alla propria dignità personale e ai poveri cristi a casa che hanno creduto in loro. Poveri cristi storditi e indignati e che son ripiombati nell’indifferenza per questa inarrestabile e almeno fino ad adesso inspiegabile svendita. I fantomatici “portavoce” sono davanti ad un bivio. Reagire per salvare quello che resta del 2018 oppure avvallare la tesi della vecchia partitocrazia e dei giornaletti delle lobby che l’hanno sempre ritenuta una fastidiosa quanto passeggera flatulenza. Ai fantomatici “portavoce” piegare la testa può rendergli in termini di carriera, ma alzarla gli renderebbe in termini di vera qualità della vita. Ma ribellarsi e sbattere la porta non basta. I parlamentari dissidenti hanno il dovere di riorganizzarsi. Del resto s’intascano un enorme stipendio per gironzolare per i palazzi e le vie del centro di Roma, che usino la loro posizione privilegiata e il loro tempo almeno per dare una voce a tutti i cittadini a casa che non si vogliono arrendere e rassegnare. Che lo facciano almeno per il prossimo. L’inerzia dei parlamentari dissidenti è sconvolgente quanto il cinismo dei governisti. Omissioni deleterie quanto le opere. Ma tra pochi giorni i riflettori saranno puntati anche sugli iscritti. Vedremo se nel segreto del voto online anche loro daranno segni di vita bocciando lo statuto contino oppure se il Movimento si trasformerà nel partitino di Conte destinato a fare da spalla del Pd sul palco del pensiero unico. Vedremo se gli iscritti si smentiranno da soli oppure se confermeranno la preferenza per una leadership collegiale. Il “sì” allo statuto contino metterebbe il vento in poppa ai governisti e alla pidizzazione, il “no” riaprirebbe i giochi. Son passati pochi anni dalle piazze colme di speranza ed oggi il Movimento approva una riforma della giustizia con Berlusconi. La vecchia partitocrazia e i giornaletti delle lobby festeggiano gioiosi. Evviva. La svendita del Movimento procede a grandi passi. Inarrestabile. Inspiegabile. Almeno per adesso. Evviva. In Italia torna tutto come prima, anzi, peggio.

Sorgente: La svendita del Movimento – infosannio

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