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“Abbiamo provveduto a rarefare le nostre interazioni, visite, scambi di personale, attività addestrative congiunte, escludendo, già a partire dal 2017, quelle di potenziale attenzione mediatica soprattutto per la controparte, quelle di alto valore operativo con il coinvolgimento di assetti pregiati, intelligence e forze speciali…”. Per il ministro della difesa Lorenzo Guerini, ascoltato l’estate scorsa in Commissione parlamentare d’inchiesta sull’omicidio di Giulio Regeni, le relazioni tra le forze armate italiane e quelle della Repubblica Araba d’Egitto si sono inevitabilmente raffreddate dopo la morte del giovane ricercatore e l’evidente indisponibilità del regime di al-Sisi a far luce sui responsabili del suo rapimento e della sua esecuzione.Alcune note stampa del governo egiziano e del Pentagono smentiscono però il ministro Guerini: nel settembre 2018, infatti, i militari italiani sono stati impegnati in una lunga e complessa esercitazione aeronavale e terrestre nell’Egitto nord-occidentale, accanto ai reparti d’élite delle forze armate egiziane e USA e di quelle di altri due imbarazzanti partner mediorientali, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, contestualmente impegnati a bombardare la popolazione civile in Yemen anche con velivoli e bombe made in Italy. Peccato però che della partecipazione italiana alla maxi-esercitazione multinazionale in Egitto non c’è traccia nei report dello Stato Maggiore della difesa, di norma prodigo a fornire particolari sugli uomini e i sistemi d’arma impiegati nei giochi di guerra d’oltremare.Bright Star, cioè stella luminosa, è il nome in codice dell’esercitazione tenutasi dal 10 al 20 settembre 2018 ad ovest di Alessandria d’Egitto, con quartier generale e comando operativo nella base militare “Mohamed Naguib del governatorato di Marsa Matruh, al confine con la Libia. Secondo il portavoce delle forze armate egiziane, Tamer El-Refaei, a Bright Star 2018 hanno partecipato unità di Egitto, Stati Uniti d’America, Grecia, Giordania, Italia, Francia, Arabia Saudita, Regno Unito ed Emirati Arabi, più “osservatori” provenienti da 13 nazioni: Libano, Rwanda, Iraq, Pakistan, India, Kenya, Tanzania, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Sud Africa, Senegal e Canada.War games all’ombra delle piramidi tornati all’antico splendore dopo quasi dieci anni di stop per le crisi politiche che hanno investito l’Egitto con la primavera araba e per le tensioni tra Washington e il Cairo al tempo di Obama a causa della repressione delle opposizioni da parte della giunta del generale al-Sisi. Bright Star aveva preso il via con cadenza biennale dopo il 1981 e con la sola partecipazione delle forze armate USA ed egiziane per poi allargarsi ad altri paesi alleati dopo l’11 settembre 2001. Alle due ultime edizioni (2007 e 2009) avevano partecipato anche alcuni reparti terrestri e aerei italiani con tanto di comunicato stampa del Ministero della Difesa. Nel settembre 2018, il caso Regeni e forse la stessa presenza dei cacciabombardieri delle petromonarchie arabe reduci dalle operazioni in Yemen devono invece aver convinto il governo a evitare ogni menzione sull’inopportuna trasferta militare in Egitto.

Sorgente: Militari italiani ad addestrarsi alla guerra in Egitto, ma Guerini non lo sa

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