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Ugur Sahin e Özlem Türeci hanno avviato le ricerche sul vaccino già a gennaio, appena hanno avuto notizia del virus che si diffondeva in Cina

BERLINO – Quello di Biontech è il vaccino dei migranti, il sogno realizzato di una coppia di studiosi di origine turca cresciuti in Germania, entrambi figli di “Gastarbeiter”. Uniti da decenni da una sola passione, quella della ricerca medica, e lanciati nelle sfide più grandi come la lotta al cancro e, da gennaio, contro il coronavirus.
Ugur Sahin arriva con la madre in Germania quando è ancora bambino. Mentre suo padre si spacca la schiena nella fabbrica della Ford, un destino da “Gastarbeiter” condiviso con miriadi di italiani o greci, lui passa ore e ore a leggere libri divulgativi sulla scienza che prende in prestito dalla biblioteca della chiesa. Il figlio dell’operaio cresce a Colonia, fiera roccaforte dei migranti, con la passione del calcio ma studiando come un ossesso, si laurea in medicina e si lancia in una carriera accademica folgorante. Quando già lavora all’università di Homburg, incontra l’amore della sua vita, Özlem Türeci.
Anche lei è figlia di un immigrato turco, di un medico che si è trasferito da Istanbul nel nord della Germania negli anni Sessanta. Türeci e Sahin si sposano, e lei rimarrà sempre un’inseparabile alleata nelle sue avventure scientifiche. Il giorno del matrimonio, entrambi lasciano brevemente il laboratorio per raggiungere il Comune, celebrare le nozze e tornare subito al lavoro.
La coppia abbandona presto l’università e fonda due aziende concentrandosi sui vaccini sviluppati sulla base dell’Rna e sulle terapie immunitarie contro il cancro. La prima è Ganymed, la seconda, nel 2008, Biontech. Per anni, Sahin e Türeci si dedicano alle ricerche sul cancro. E il motivo per cui decidono di farlo in proprio, lo racconta Sahin stesso in un’intervista: “Se fai un progetto con una grande azienda farmaceutica, a volte scopri che la decisione di continuarlo non è basato sulla qualità del potenziale della ricerca, ma su strategie d’affari”. Per i due, l’amore per la ricerca è il motore, i soldi vengono dopo. Ma ovviamente, le loro due creature valgono nel frattempo miliardi di dollari. E i big del settore come Novartis e la Fondazione di Bill e Melinda Gates hanno investito milioni in Ganymed e Biontech.
Quando Sahin legge un articolo su Lancet a metà gennaio di quest’anno, resta letteralmente folgorato. Si parla di uno strano virus che si starebbe diffondendo nella provincia di Wuhan, in Cina. Lui capisce al volo e dirotta le forze di Biontech sullo sviluppo del vaccino. Firma un accordo con Pfizer e si chiude in laboratorio.
Giorno e notte Sahin e Türeci si buttano a capofitto sui microscopi per sviluppare uno scudo contro la peste del secolo con il metodo sperimentale dei vaccini mRna. E, nel rarissimo tempo libero che gli rimane, Sahin preferisce dedicarsi agli studenti di dottorato che agli investitori. E continua a venire in bici in ufficio di Magonza, all’indirizzo “An der Goldgrube”, “Alla miniera d’oro”.
Tempo fa, prima che venisse fuori la notizia-bomba che il loro vaccino stesse funzionando, un giornale tedesco ha riassunto efficacemente le ragioni di una riscossa. “Dopo tutti questi anni – ha scritto il Tagesspiegel – in cui i tedeschi di origine turca sono stati descritti come ‘i perdenti dell’integrazione’ e ridotti alle donne vol velo che verrebbero prodotte in serie, in cui hanno sopportato di essere accostati all’immagine del fruttarolo ignorante, in cui hanno dovuto temere la vita per gli assassini neonazisti del Nsu e Hanau, in cui hanno subito discriminazioni quotidiane, i nomi Ugur Sahin e Özlem Türeci suonano come balsamo sull’anima ferita turca”.

Sorgente: Germania, una coppia di migranti turchi dietro il successo della Biontech – la Repubblica

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