0 2 minuti 4 anni

Il caso è esploso al Socrate, il primo giorno di scuola. “I banchi di Arcuri non sono ancora arrivati, e quindi sedute sulle sedie si vede troppo”. Il “consiglio” è stato dato a più di una studentessa dell’ultimo anno. Il preside: “Farò accertamenti”

di ARIANNA DI CORI E VALENTINA LUPIA

Il quarto giorno di scuola in cattedra salgono le alunne. Tutte in gonna. Succede al liceo classico e scientifico Socrate, a Garbatella, dove il Covid agli studenti non ha tolto solo i banchi, ma anche – in particolare alle studentesse – la possibilità di “esprimersi”. E ieri, per protestare contro le parole, dall’apparente tono discriminatorio, della vicepreside, le liceali hanno risposto, in massa. Scoprendo le gambe. E dando vita, nel 2020 – grazie al tam tam su Instagram – a una storia che, nonostante sembri uscita dalle rivolte femministe degli anni ’70, è più che mai attuale. E ricalca l’analoga protesta delle studentesse francesi, a scuola in top e minigonna per replicare alle parole censorie (sull’abbigliamento) del ministro dell’Istruzione Jean-Michel Blanquer.

Roma, la vicepreside: "Niente minigonne a scuola, sennò ai prof gli cade l'occhio". E le studentesse scoprono le gambe

Tutto inizia il 14 settembre, giorno di riapertura del liceo Socrate. “Il primo giorno di scuola la vicepreside, entrando in classe per dare delle comunicazioni, ha poi chiamato fuori una mia compagna, che quel giorno indossava una gonna – spiega Chiara (il nome è di fantasia, ndr), una ragazza del quinto anno del liceo scientifico –. Le ha detto che non era il caso di vestirsi in quel modo, che era provocante, che a qualche professore poteva ‘cadere l’occhio’. E a quanto abbiamo saputo la stessa frase è stata detta anche ad altre studentesse”. La ragazza precisa che quello portato dall’amica non era un indumento troppo scoprente, ma “una gonna normale, morbida. E che comunque, a prescindere da tutto, era il suo modo di esprimersi”.

A differenza degli altri anni, diversi studenti del liceo non hanno un banco dove appoggiarsi. Come ha già avuto modo di spiegare il preside, Carlo Firmani, i monoposto ordinati attraverso il maxi bando di Arcuri non sono ancora arrivati, e per garantire il distanziamento ed evitare l’obbligo di mascherina per tutte le ore di lezione, si è scelta una soluzione drastica ma necessaria: eliminare i tavoli tout court. Una scelta che sta generando stress nella popolazione studentesca, e a quanto riportano le alunne, sembra esporle a “troppa attenzione da parte dei professori maschi”.

Roma, la vicepreside: "Niente minigonne a scuola, sennò ai prof gli cade l'occhio". E le studentesse scoprono le gambe


Considerazioni inaccettabili per le alunne. “I nostri corpi non possono essere oggettificati, non possiamo prendere la colpa per gli sguardi molesti degli insegnanti maschi – si legge tra i messaggi che circolano nel liceo firmati dal gruppo di studentesse “Ribalta femminista”– domani siete tutti e tutte invitati a venire a scuola con una gonna”. E così è avvenuto. “Ieri quasi tutte le alunne si sono presentate in gonna, abbiamo anche affisso cartelli di denuncia contro il sessismo per i corridoi, è stato emozionante – continua Chiara –. La scuola è un luogo che dovrebbe proteggere e tutelarci”. E anche se oggi le studentesse del Socrate sono tornate a mettere i pantaloni (se lo desiderano), la protesta non si ferma. “Abbiamo intenzione di scrivere una lettera al preside – conclude la ragazza – Non esiste sentirci dire da una vicepreside che non dobbiamo vestirci in un determinato modo: così non ci sentiamo protette”.

In attesa della comunicazione scritta, il preside, informato sui fatti, ha risposto a Repubblica. “Personalmente non ne so nulla – dice Carlo Firmani – ma su una cosa posso garantire personalmente: il Socrate fa della libera espressione un punto fermo”. Il preside ammette di non essersi nemmeno accorto che ieri tutte le sue alunne erano in gonna. “Per me è ovvio che tutte e tutti possono vestirsi come vogliono, gli unici limiti sono la Costituzione, il codice penale, e naturalmente un po’ di buon senso. Di certo non abbiamo un dress code né ci verrebbe mai in mente di imporlo. Ma avvierò subito delle verifiche, non oso pensare che una persona sia tanto ingenua e così poco attenta da esprimersi in un modo del genere. Le opinioni personali vanno bene, ma si parla di opinioni soggettive e tali devono restare, se si passa alla censura è un problema”.

 

Sorgente: Roma, la vicepreside: “Niente minigonne a scuola, sennò ai prof gli cade l’occhio”. E le studentesse scoprono le gambe – la Repubblica

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20