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Dalla relazione degli specialisti di Tor Vergata emergono dettagli sulla violenza inaudita usata nel pestaggio di Colleferro: “L’organo aveva una lesione di sette centimetri”

di Clemente Pistilli

Gli hanno lesionato tutti gli organi interni, compresi i polmoni, la milza, il pancreas. Compreso il cuore che era praticamente spaccato in due parti da una lesione di circa sette centimetri. Gli esiti degli esami preliminari dell’autopsia sul corpo di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo italiano di origine capoverdiana vittima del brutale pestaggio di Coleferro, la notte dello scorso 6 settembre, confermano una volta di più l’assoluta e insensata ferocia con cui i fratelli Bianchi hanno messo fine alla sua giovane vita.

I traumi riportati da Willy erano talmente importanti che i tecnici di Torvergata, nella loro relazione, non escludono nemmeno l’ipotesi – per quanto solamente in teoria – che nel pestaggio possano essere state utilizzate armi contundenti, come un bastone, una spranga o un tirapugni, come del resto gli indagati avevano già fatto in passato. In sostanza – si legge nella relazione – la vittima è stata vittima “di un complesso traumatismo che si è realizzato con più azioni lesive”.

 

La relazione dei medici di Tor Vergata sembra la rilettura, in termini tecnici delle dichiarazioni rilasciate a caldo, la mattina dopo i fatti, dall’amico con cui Willy stava trascorrendo la serata, Emanuele Cenciarelli. “Ricordo che uno indossava una camicia di colore bianco e aveva in viso tatuata una lacrima sotto l’occhio, nonché diversi tatuaggi su entrambe le braccia e le mani. L’altro ragazzo invece aveva un braccio ingessato. Al momento dell’aggressione ricordo che oltre ai predetti ragazzi da me descritti si sono uniti altri tre ragazzi (…)”

Continua Cenciarelli: “uno indossava una polo di colore verde con capelli molto corti e l’altro aveva un vistoso tatuaggio sul collo. Ricordo subito l’immagine di Willi steso a terra circondato da 4 e 5 ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni. Il mio istinto di protezione mi spingeva a gettarmi addosso a Willy per cercare di proteggerlo dai colpi che stava ricevendo, urlando agli aggressori che io e Willy non c’entravamo niente con quanto eventualmente era accaduto prima. Le mie richieste finivano nel vuoto tanto che io stesso venivo colpito da calci e pugni sempre dagli stessi ragazzi che avevano aggredito Willy. Non riesco a quantificare il tempo dell’aggressione ma posso solo dire che la violenza dei colpi subiti da me e da Willy era inaudita. Per quanto io ricordi tutti ragazzi sferravano calci e pugni contro me e Willy. Ho un vivido ricordo di un paio di loro che addirittura saltavano sopra il corpo di Willy steso in terra e già inerme. Terminata l’aggressione ricordo di essermi subito preoccupato delle condizioni di Willy il quale ancora steso a terra era privo di senso”.


In Procura a Velletri è stato intanto ascoltato il ventenne Vittorio Edoardo Tondinelli. Si tratta di uno degli amici dei fratelli Bianchi, che era con loro la sera del pestaggio e che con loro, insieme a Belleggia e ad altri due giovani di Artena e Lariano, Michele Cerquozzi e Omar Sahbani, sarebbe rientrato ad Artena a bordo del suv Q7. Tondinelli è inoltre l’amico che, durante il litigio fuori dal Duedipicche di Colleferro tra un ex compagno di scuola di Willy e Belleggia e Pincarelli, sarebbe stato insieme a Marco e Gabriele Bianchi. “Ci eravamo allontanati con tre ragazze, non sappiamo come si chiamano”, si erano giustificati davanti al giudice i due arrestati tirando in ballo anche il ventenne di Velletri. E con loro, ricevuta una telefonata da Cerquozzi, sarebbe tornato in largo Oberdan dove poi Willy è stato ucciso a calci e pugni. Proseguono infine le indagini dei carabinieri del Ris sul suv Q7 dei fratelli Bianchi, su cui già sono state trovate tracce biologiche, e sugli indumenti degli arrestati. Tutte prove utile per il sostituto procuratore Luigi Paoletti a blindare l’accusa.

Sorgente: Omicidio Willy Monteiro Duarte, l’autopsia: “I gemelli Bianchi gli hanno spaccato il cuore in due” – la Repubblica

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