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Caso Suarez, cosa rischia la Juventus? Si va dall'ammenda alla retrocessione (ma è un'ipotesi remota)

La Procura Federale indaga sul ruolo della Juve nell’esame di Luis Suarez: potrebbe configurarsi la violazione dell’articolo 32. Le sanzioni potrebbero arrivare anche in caso di assoluzione della giustizia ordinaria

di Guido De Carolis

Tre nomi, nessuno dei quali è iscritto nel registro degli indagati. Nell’inchiesta della procura di Perugia e della Guardia di Finanza sull’esame «farsa» per consentire al pistolero Suarez di ottenere l’attestazione della conoscenza della lingua italiana e poter così richiedere la cittadinanza, si allarga la presenza dei personaggi legati al «mondo Juve». Non è dunque solo il direttore dell’area tecnica dei bianconeri Fabio Paratici ad essersi «interessato» — come dicono alcuni degli indagati nelle intercettazioni — alla questione dell’esame dell’attaccante uruguaiano.

Gli atti dell’indagine svelano almeno altri due soggetti vicini o legati alla Juventus che si sono trovati in qualche modo coinvolti — con ruoli differenti — nella vicenda. Il primo è l’avvocato Maria Turco, dello studio Chiappero, colei che ha seguito tutta la pratica e che è stata in contatto sia con Suarez sia con l’università per stranieri di Perugia. L’altro nome nuovo è quello di Federico Cherubini, enfant prodige che dal Foligno ha fatto il grande salto ed è approdato alla Juve, voluto fortemente da Paratici e Marotta che già lo cercarono all’epoca in cui erano alla Sampdoria. Cherubini è oggi «Head of football team and technical areas» in pratica il braccio destro di Paratici. Cosa c’entra con l’inchiesta? Fu lui, si apprende a Torino, a chiamare il rettore dell’università statale di Perugia Maurizio Oliviero in virtù di una vecchia conoscenza per chiedere informazioni sulla possibilità di far svolgere a Perugia l’esame d’italiano a Suarez. «Ha chiesto informazioni burocratiche» dicono le fonti torinesi.

La Procura federale indaga

La domanda cui i tifosi vogliono una risposta però è una sola: cosa rischia la Juventus? Al momento nulla. La Procura Federale della Figc ha aperto un’inchiesta sul caso legato a Luis Suarez e il numero uno della procura, Giuseppe Chiné, ha chiesto anche gli atti dell’indagine alla magistratura ordinaria di Perugia dove si è svolto l’esame. La ricostruzione della vicenda, secondo la Juve, resta semplice: sono state chieste informazioni all’ateneo, poi il club ha cambiato obiettivi di mercato. Soprattutto, Suarez non è un giocatore bianconero. Dopodiché, se l’indagine federale è un atto dovuto, la situazione potrebbe complicarsi, in caso di coinvolgimento di un tesserato bianconero o dell’intervento della società. Per questo, la giustizia sportiva — che vive di principi e regole diverse da quella ordinaria — dovrà pesare l’eventuale comportamento del direttore dell’area tecnica, Fabio Paratici e di Cherubini. A un’archiviazione penale potrebbe corrispondere anche una condanna sportiva, che segue da sempre strade autonome. È chiaro che in questo momento si ragiona almeno per una parte al buio.

 

Nuove norme

Dopo la tempesta di Passaportopoli nel lontano 2001 (furono squalificati diversi calciatori e sette squadre punite con maxi multe) il codice Figc ha istituito un reato previsto dall’articolo 32, comma 7: «Le società nonché i loro dirigenti, tesserati, soci e non soci di cui all’art. 2, comma 2, che compiano direttamente o tentino di compiere ovvero consentano che altri compiano atti volti ad ottenere attestazioni o documenti di cittadinanza falsi o comunque alterati al fine di eludere le norme in materia di ingresso in Italia e di tesseramento di calciatori extracomunitari, ne sono responsabili applicandosi le sanzioni di cui ai successivi commi 8 e 9». Cosa prevedono le sanzioni? Variano a seconda della gravità. Si va dall’ammenda per la responsabilità oggettiva, alla responsabilità diretta con penalizzazioni, fino alla retrocessione all’ultimo posto o all’esclusione dal campionato.

Le ipotesi

Non è però automatico che si entri nel campo dell’articolo 32, almeno non in toto. Potrebbe essere contestata la mancata lealtà e a quel punto finirebbe tutto con un’ammenda. Ma allo stato siamo ancora nel campo delle ipotesi . Gli illeciti sono ancora tutti da dimostrare e se anche lo fossero non è detto ci sia una responsabilità del club.

 

Sorgente: corriere.it

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