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Il Paese si mobilita per chiedere la liberazione di Patrick. Il governo ancora è immobile. Noury: «Draghi chieda la grazia»

Per supportare Patrick Zaki, nel giorno dell’udienza che potrebbe essere decisiva per la sua sorte, Amnesty international invita a scendere in piazza oggi a Roma (17.30, piazza Bocca della Verità) e in altre 50 città italiane. Nella sua Bologna – dove il trentenne egiziano viveva e studiava presso l’università Alma Mater prima di venire arrestato il 7 febbraio 2020 al suo rientro in patria per una breve vacanza – ieri il Consiglio comunale, che gli ha già conferito la cittadinanza onoraria, ha dedicato una seduta per lanciare ancora un appello affinché la magistratura e il governo egiziani dispongano l’immediata liberazione del ricercatore. Patrick è infatti giunto ormai al 668esimo giorno di prigionia con l’accusa – riformulata in corso d’opera da un tribunale d’emergenza – di diffusione di notizie false.

«Forse qualcuno potrebbe chiedere perché tanto scalpore per un cittadino egiziano – ha spiegato in Aula, a palazzo D’Accursio, Rita Monticelli, consigliera Pd e docente del Master Gemma frequentato da Zaki -. Perché al di là di ogni barriera di nazionalità e appartenenza, Bologna è la città dei diritti, dell’accoglienza e della solidarietà come posizione politica. Perché mentre prendiamo posizioni per Patrick, siamo consapevoli dei molti diritti negati e oppressi in molte parti del mondo, e a questi uomini e donne oppresse dovremo rivolgere il nostro impegno».

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, è intervenuto poi, nel pomeriggio, ai giardini Margherita di Bologna, dove si è tenuta una delle tante manifestazioni che si svolgono in questi giorni a favore della liberazione di Zaki: «Temiamo il peggio ma speriamo il meglio – ha detto – La speranza è che un giudice riconosca, dopo quasi due anni, l’infondatezza dell’accusa di diffusione di notizie false. Il timore è che la magistratura egiziana non rinneghi se stessa ed emetta una condanna: se ciò accadesse, sarebbe uno sviluppo terribile, anche perché nei confronti delle sentenze dei tribunali d’emergenza non è previsto appello. Più passa il tempo, più Patrick è fiaccato dal punto di vista fisico ed è inquieto rispetto al suo futuro».Noury ha chiesto che, in caso di condanna, a chiedere la grazia sia il premier italiano Mario Draghi.

Le mobilitazioni si susseguono già dal 2 dicembre, e via via l’elenco degli aderenti e dei partecipanti si allunga: dopo A buon diritto, Associazione Diffondiamo Idee di Valore, FnsI, UsigRai, StationToStation, Articolo 21 e Focus on Africa, ieri l’assemblea dei Cdr e fiduciari della Rai ha aderito all’appello e chiesto alla Rai di «dare il necessario spazio informativo a questa iniziativa che coinvolge tutta la società civile nel chiedere il rispetto dei diritti umani e dei valori fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione». E anche numerose scuole, da nord a sud del Paese, si sono mobilitate per lo studente del Master Erasmus Mundus che si occupa di «Women’s and Gender Studies».

Purtroppo, malgrado il sostegno del Paese reale, l’udienza di oggi si svolgerà ancora senza che il governo abbia conferito a Zaki la cittadinanza italiana, come richiesto dalla Camera quasi all’unanimità, l’8 luglio scorso. Da allora solo attesa, e neppure vigile.

Sorgente: A Roma, Bologna e in 50 città italiane per Zaki. Ma senza cittadinanza | il manifesto

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