Mare Jonio ha subito offerto disponibilità a intervenire e si è diretta a tutta forza in quella direzione.
Abbiamo anche individuato nell’area più vicina al gommone le navi militari tra cui la fregata della Marina Militare italiana Bergamini. Abbiamo quindi scritto a MRCC Roma e al Quartier Generale di Eunavformed chiedendo che siano le navi militari europee a intervenire con urgenza per salvare la vita a queste 95 persone ed evitare che siano nuovamente deportate nell’inferno Libico da cui stanno cercando di fuggire.
“Vediamo i libici dal radar di Mare Jonio ormai a pochissima distanza dal gommone in difficoltà, con 90 persone a bordo.
A breve decine di persone tra cui un bimbo appena nato saranno catturate e portate alla tortura, con piena responsabilità dell’Italia che ha lanciato la segnalazione ma poi non è intervenuta.
Ci siamo diretti immediatamente verso le coordinate del gommone segnalate da Watch The Med – Alarmphone ma siamo ancora distanti, mentre si sta per compiere questo ennesimo crimine contro l’umanità pagato dai cittadini italiani attraverso i finanziamenti alla cosiddetta guardia costiera libica”.
Alessandra Sciurba – Mediterranea Saving Humans
Ore 23.18 del 26 giugno 2020
Una motovedetta della cosiddetta “Guardia costiera libica” ha completato l’operazione di intercettazione e cattura di “oltre 70 persone” tra cui donne e bambini piccoli a bordo del gommone segnalato da Watch The Med – Alarmphone 52 miglia a Nord est di Misurata.
La nostra Mare Jonio, che si trovava a poche miglia di distanza, ha offerto la propria disponibilità ad imbarcare i naufraghi su un assetto più sicuro, che poteva garantire cure medico-sanitarie adeguate. I miliziani libici si sono rifiutati.
Così come il comando della motovedetta libica ha negato informazioni sulla presenza di otto persone decedute e di una donna che avrebbe partorito a bordo, come invece i naufraghi avevano segnalato.
Ancora una volta soldi e mezzi erogati dall’Italia alla Libia, insieme alla cooperazione degli altri governi europei hanno portato lla deportazione di profughi in un Paese di guerra.
Sono le persone che l’Italia e l’Europa hanno scelto di non salvare ieri.