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Il presidente vuole far riaprire tutto, ma la Corte Suprema lo stoppa. I governatori di San Paolo e Rio de Janeiro confermano la quarantena e minacciano ricorsi alla magistratura con denunce per attentato alla salute pubblica. In questo clima, si diffonde la notizia del presunto colpo di mano con il passaggio di consegne al ministro della Casa Civile

di DANIELE MASTROGIACOMO

“Ci sono voci insistenti di un golpe in Brasile”. Twitter e poi altri social iniziano a riprendere la notizia. La rilanciano tra commenti di gioia e altri di rabbia.

E’ notte fonda in Italia, sera tardi in Brasile. Si mette in moto una macchina che spara altri dettagli. Racconta di riunioni segrete e poi pubbliche, allargate a tutto il governo. I militari sono agitati, il coronavirus sta colpendo duro a San Paolo e Rio de Janeiro e lo scontro che prosegue da settimane tra Jair Bolsonaro e il suo ministro della Sanità sta mettendo in allarme l’intero paese. Il presidente vuole far riaprire tutto e spinge per tornare a lavorare. I governatori confermano la quarantena e minacciano ricorsi alla magistratura con denunce per attentato alla salute pubblica. Perfino la Corte Suprema boccia un decreto con cui il presidente vorrebbe imporre la sua linea per affrontare la pandemia. In questo clima di tensione e di paura la notizia del presunto colpo di mano “istituzionale”, con il passaggio di consegne operative al ministro della Casa Civile, una sorta di primo ministro, si allarga. I quotidiani e i siti brasiliani non ne parlano. Nemmeno una parola su quelli internazionali che seguono da vicino l’America Latina e il Brasile.

Digitando il nome di Bolsonaro su Google si arriva anche a un portale, Defesa.net, legato al ministero della Difesa, che riporta questa strana storia con un servizio in esclusiva. Racconta in dettaglio quello che è avvenuto nei giorni scorsi dentro e fuori Planalto, il palazzo della presidenza. Al generale Walter Souza Braga Netto, afferma il sito, è stato assegnato il ruolo di “presidente operativo”. Avrà nelle sue mani la direzione e la centralizzazione di tutta la gestione del governo fino a quando durerà la crisi del coronavirus. Il suo titolo è “Capo di Stato maggiore di Planalto”. Nello stesso articolo si spiega che “la nuova missione informale è stata il frutto di un accordo principale che ha coinvolto ministri e comandanti militari e lo stesso Presidente della Repubblica”. Per molti, riporta l’articolo, “la missione di Braga Netto non è altro che un intervento o una giunta militare che coordina il governo”.

E’ un fake? Probabile. O peggio: è una polpetta avvelenata buttata nel caos del Brasile alle prese con il coronavirus per vedere come reagisce la popolazione di fronte a una sorta di golpe bianco. Ci sono tutte le premesse per renderlo credibile. Possibile, almeno. Ma non è così. Nulla di tutto questo.

Restano gli ingredienti. L’operazione può funzionare. In Brasile i social sono seguiti e usati da 200 milioni di persone. Basta poco per far spostare gli orientamenti. La stessa vittoria di Jair Bolsonaro si è basata su fake e video montaggi. Il coronavirus ha reso tutti più suscettibili. Sin dall’inizio dello scoppio della pandemia, l’ex capitano ribelle dell’esercito aveva cercato di minimizzare la portata dell’infezione parlando di “raffreddore”, “banale influenza”. Aveva esortato a tenere aperto il paese e di continuare a lavorare per evitare una crisi economica che avrebbe vanificato le timide crescite degli ultimi mesi. Ma il mondo scientifico e medico, sostenuti dal ministro della Sanità Luiz Henrique Mandetta, aveva lanciato l’allarme e invitato il presidente ad applicare la quarantena obbligatoria chiedendo a tutti di restare chiusi in casa. Bolsonaro si era opposto e aveva iniziato una battaglia contro quelli che considerava dei “nemici” del Brasile. Uno scontro smile a quello che Trump aveva ingaggiato all’inizio con il massimo esperto di virologia negli Usa Anthony Fauci da lui nominato consulente scientifico per il Covid-19. La battaglia si era estesa ai governatori di Rio e di San Paolo che avevano invece varato la quarantena obbligando i brasiliani a lasciare le strade e a rifugiarsi in casa.

Bolsonaro non ha ceduto. E’ rimasto il solo capo di Stato al mondo a sostenere che si tratta di un’esagerazione. Nonostante l’aumento dei contagi e dei morti. Si è fatto vedere in giro senza protezioni assieme a venditori ambulanti che sollecitava a chiedere di tornare a lavorare. Ma parte del Congresso e molti militari hanno cominciato a dissentire e a premere. I vertici delle tre Forze Armate, secondo indiscrezioni riportate – queste sì da siti e quotidiani internazionali – si sono incontrati più volte con il vicepresidente Hamilton Mourão prospettando diversi scenari tra cui quello di un’uscita di scena di Bolsonaro. Avevano anche garantito il loro appoggio.

La cosa è rimasta sospesa senza altre conseguenze. Come un avvertimento da lanciare nella battaglia tra il presidente e il resto del Brasile e vedere le reazioni. I sondaggi hanno fatto superare nei consensi il ministro Mandetta su Bolsonaro. E’ la prima volta che il presidente scivola dal gradino più in alto. La macchina social dei fedelissimi produce valanghe di post che sostengono l’azione dell’ex capitano. Invitano a tornare al lavoro, a riaprire fabbriche e scuole. Ma è un’offensiva con armi spuntate. Il Covid-19 si espande e i contagi aumentano in modo esponenziale: 9.056 Il numero dei morti è cresciuto del 290 per cento in una settimana: sono 359, secondo l’ultimo bollettino. Anche se le autorità stimano siano molti di più. La notizia del presunto “golpe” aiuta a creare nuove tensioni e confusione. E magari arrivare a un vero “golpe”.

 

Sorgente: Coronavirus, scontro istituzionale in Brasile sulla gestione Bolsonaro: voci di golpe – la Repubblica

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