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Treno deragliato, le  cause dell'incidente: «Uno scambio aperto per errore»

Le indagini sul disastro ferroviario del Frecciarossa Milano-Salerno: dopo alcuni lavori di manutenzione della notte lo scambio non è stato chiuso. Il software non ha rilevato l’errore

di Cesare Giuzzi

Lo scambio lasciato «aperto» verso un binario morto. Un errato via libera alla circolazione comunicato alla centrale operativa e l’ok al tracciato per il Frecciarossa. È in questa incredibile catena di errori e coincidenze che si nasconde la causa del deragliamento dell’Etr 9595 e del disastro lungo l’Alta velocità, costato la vita a due ferrovieri, Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo. Per gli investigatori a innescare lo «svio» dai binari è stato l’errato posizionamento del «deviatoio numero 05». Lo scambio, infatti, doveva essere in posizione «chiusa». In pratica rivolto in modo da consentire il passaggio del treno senza deviazioni lungo il suo itinerario. Anche perché si tratta di uno scambio che porta a un binario senza uscita, usato solo per consentire ai mezzi di manutenzione di entrare e uscire dalla linea.

Invece, gli investigatori del Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer lo hanno trovato «aperto», in una posizione attiva per deviare la corsa del convoglio verso sinistra e quindi in direzione del deposito dei mezzi di manutenzione. Una circostanza che non si sarebbe mai potuta verificare in condizioni normali, visto che la rete è protetta da un sistema di sensori e segnalamento indispensabile per avere il via libera al movimento dei treni superveloci.

Ma nella notte tra mercoledì e giovedì proprio su quello scambio posizionato al chilometro 166+771, sono stati effettuati lavori di manutenzione. Interventi che secondo Rete ferroviaria italiana sono stati di routine e di semplice «manutenzione ordinaria ciclica». Ma sui quali ora si concentra l’attenzione del procuratore di Lodi, Domenico Chiaro. Alcuni viaggiatori già mercoledì pomeriggio avevano notato uno strano sobbalzo al passaggio in quella tratta. Non c’è dubbio che il «punto zero», l’inizio del deragliamento, sia in corrispondenza dello scambio incriminato. Ma perché il deviatoio è stato lasciato in posizione attiva quando invece doveva essere chiuso? La spiegazione si trova in un fonogramma — pubblicato nel pomeriggio dal sito del Fatto Quotidiano — nel quale il deviatoio viene indicato in posizione corretta al termine dei lavori di manutenzione. Il messaggio, inviato alla centrale alle 4.45 (50 minuti prima dell’incidente) dice testualmente: «Deviatoio 05 disalimentato e in posizione normale…». Indicazione che ha fatto scattare il via libera al transito del Frecciarossa senza alcuna limitazione. Ma perché nessuno si è accorto che lo scambio era nella posizione sbagliata? Tutto si spiegherebbe con la manovra di «disalimentazione» effettuata dagli operai nella notte. Il deviatoio sarebbe stato «isolato» dal resto della rete impedendo agli addetti alla centrale e al software di rilevare l’errato posizionamento.

Il sospetto degli investigatori è che il tutto sia avvenuto per un banale errore di chi, in realtà, doveva accorgersi che lo scambio dopo la manutenzione non era tornato in posizione corretta. Per questo gli inquirenti hanno interrogato la squadra di operai Rfi che ha lavorato sul «deviatoio oleodinamico morsettato».

C’è l’ipotesi che durante la manutenzione lo scambio o alcune sue parti siano state riposizionate in modo sbagliato. Ma per accertarlo serviranno analisi approfondite anche sulle scatole nere del treno. Per quale motivo lo scambio è stato isolato dal resto della rete? Probabilmente i lavori di manutenzione non erano stati risolutivi e i tecnici avevano così deciso di «togliere alimentazione» e impedire che potesse essere aperto da remoto (a mano è impossibile spostarlo). Manovra frequente, ma che ha impedito un secondo controllo di sicurezza.

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