La puntualità fra l’arrivo di un treno e la partenza di un altro si chiama «coincidenza». La scelta delle parole non è mai casuale. Molti certamente ricordano quando da Milano a Roma le distanze improvvisamente si accorciarono, e per coprire i 480 chilometri della tratta bastarono appena tre ore. Era il dicembre 2008, la gente scendeva dall’aereo e saliva sul treno. «Finalmente l’Italia fa qualcosa che funziona bene» titolava l’Ansa il 15 gennaio 2009. Sulla linea ad alta velocità Milano-Roma nove Frecce su dieci arrivavano puntuali. Quindici anni dopo i ritardi sono una garanzia. Anche se questo ufficialmente viene «mascherato». Trenitalia, nella relazione sulla qualità dei servizi, pubblicata nel 2023 (dati 2022), dice che l’1,9% delle Frecce viaggia con un ritardo superiore ai 60 minuti, mentre il 98% arriva con un ritardo compreso tra zero e 60 minuti». Aggiungendo che in questo calcolo «sono compresi anche i treni che arrivano in orario». Ma come si può ben capire, tra zero e 60 minuti, c’è un buco nero. E allora quali sono i veri ritardi?
La ricerca
Ci vuole un po’ di tempo, ma si può scoprire consultando l’unico sistema «aperto» riservato al cittadino-viaggiatore: il portale «Viaggiatreno» di Trenitalia (inserendo il numero del treno, la data e la stazione di arrivo il sistema ti da l’orario esatto di arrivo). Abbiamo scaricato manualmente per venti giorni (gli ultimi dieci di novembre e i dieci prima delle feste a dicembre) gli orari di arrivo di tutte le Frecce, su tre tratte: Venezia Santa Lucia-Milano Centrale; Milano Centrale-Roma Termini e Roma Termini-Reggio Calabria: una consultazione di oltre 1200 orari (li potete trovare tutti di seguito, cliccando sui link relativi alle singole tratte, nei paragrafi qui sotto), che ci restituisce un carotaggio reale dell’alta velocità in Italia.
Venezia-Milano
Partiamo dalla Venezia-Milano: 267 chilometri (anche se di questi solo i 39,6 da Treviglio a Brescia sono integralmente ad alta velocità). Il tempo di percorrenza ufficiale è di 2 ore e 27 minuti. Abbiamo monitorato i tredici treni al giorno che collegano direttamente Santa Lucia a Centrale. Nei 10 giorni di rilevamento del mese di novembre il dato è impietoso. Su 120 treni considerati, quelli arrivati in orario o in anticipo sono stati 7 (il 5,8%); in ritardo 113, ovvero il 94,2%. La media è di 13 minuti di ritardo per treno. Ma con oltre 10 minuti di ritardo arriva il 44% dei treni. Mentre il 17% supera i 20 minuti di ritardo.
Milano-Roma
Ad oggi chi vuole andare da Centrale a Termini impiega 3 ore e 10 minuti. E ogni giorno, tra queste due stazioni (e in questa direzione), ci sono 45 Frecce. Il ritardo medio durante i 20 giorni di osservazione, si è attestato a 12 minuti. Poco? Non proprio. Considerato che i treni in ritardo sono stati l’84%; con il 24% arrivati con un ritardo che va dai 15 minuti ai 120. Ma l’esito più interessante è, ancora una volta, quello che riguarda le fasce orarie. Tutta la prima parte del mattino, specie i primi giorni della settimana, i ritardi si attestano a 20 minuti di media per singolo treno (su un percorso di 3 ore!)
Roma-Reggio Calabria
Anche qui il copione si ripete, ma si inverte. In sostanza: per la prima parte della giornata i treni sono puntualissimi . Anzi, il primo treno della giornata, quello che arriva a Reggio Calabria alle 12.50 nei due periodi osservati è arrivato in media con 5 minuti di anticipo.
E Italo?
Uno strumento di verifica analogo a quello di Trenitalia Italo non ce l’ha, e per sapere l’orario esatto di arrivo di un treno occorre avere il biglietto in mano. Dobbiamo quindi fidarci di quello che dice la società NTV, e nell’ultimo rapporto sulla qualità del servizio (2022) riferisce che su tutta la rete sono arrivati in ritardo il 61,4% dei suoi treni: il 58,3% entro un’ora dall’orario previsto; il 3,1% oltre un’ora. Se fosse vero, e non lo sappiamo, arrivano in orario meno di 4 treni su 10. Ma cosa è successo in questi 15 anni sulla linea dell’alta velocità?
Cosa succede sulla rete?
Che qualcosa non va lo dice proprio Trenitalia nelle pieghe del proprio bilancio annuale. «I valori di puntualità registrati nel 2022 (…) per il segmento AV risulta sotto obiettivo — si legge — si è registrata una flessione di performance più accentuata nei mesi centrali dell’anno, da ricondurre ad un generale incremento dei volumi del traffico e all’aumento dei guasti dell’infrastruttura e al materiale rotabile, correlati al caldo anomalo». Come abbiamo visto la performance è tragica anche a novembre e dicembre, mesi certamente non caldi. Nel documento Quality Report di Italo si legge che le cause dei ritardi sono così distribuite: il 16,1% per cause esterne; il 61,4% per colpa di RFI; 13,1 per colpa di altre compagnie; il 9,3% a causa di Italo stessa. Quindi per Italo la colpa è soprattutto del gestore della rete. Numeri alla mano il traffico è letteralmente esploso: sulla tratta Milano-Roma si è passati da 1 milione di passeggeri del 2009 ai 3,6 milioni del 2023, e il numero dei treni da 16.439 è salito a 51.358.
La linea dunque è satura, mentre a Milano Centrale l’apparato tecnologico che comanda il traffico su tutte le stazioni del comprensorio è ancora quello degli anni 80. Quello di Firenze non è ancora stato completato
I prezzi invece salgono
La tariffa base del Frecciarossa Milano-Roma nel 2009 era di 109 euro per la Business, oggi è di 139; l’Economy è passata da 79 euro a 102. Italo debutta nel 2012 con tariffe un po’ più alte, e nel 2016 le abbassa: vende la prima classe a 88 euro e la seconda a 79. Oggi sono rispettivamente a 129,90 e a 89,90. Ma offre una grande varietà di offerte posizionandosi sul low cost. E può permetterselo, perché su una linea, interamente pagata dal contribuente, e costruita per viaggiare ai 300 km orari, Rfi ha concesso l’ingresso anche a quella flotta di Italo che non supera i 250.
Sorgente: Corriere della Sera
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