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Domani sarà ricevuto a Roma da Luigi Di Maio. La sua missione segue di pochi giorni quella del presidente Volodimir Zelenskij che ha incontrato Mattarella, Conte e il Papa. “L’integrazione europea ed euro-atlantica è un obiettivo strategico”, dice. Il Kievgate? “Un problema interno Usa”. E sulla tragedia del volo Ukraine International Airlines in Iran chiede “un’inchiesta trasparente”

“Nel Donbass ogni giorno i mercenari e i militari russi sparano contro i civili e contro le nostre truppe”, spiega a Repubblica il ministro degli Esteri ucraino Vadym Prystaiko, che domani sarà ricevuto a Roma dal suo omologo italiano, Luigi Di Maio. La sua visita segue di poche ore quella a sorpresa del presidente ucraino Volodimir Zelenskij, che venerdì ha incontrato prima il presidente Sergio Mattarella, poi il premier Giuseppe Conte, e ieri il Papa, anche per trovare una soluzione al conflitto che negli ultimi sei anni ha già provocato oltre 13mila morti in Ucraina orientale.

Ministro Prystaiko, gli accordi di Minsk sono stati firmati l’11 febbraio di cinque anni fa. Eppure sono continuamente calpestati da entrambe le parti. Esistono spiragli per una ripresa delle trattative di pace?
“L’Ucraina sta cercando di rispettare i suoi obblighi derivanti dagli accordi di Minsk. Lo ha fatto, per esempio, indietreggiando le sue postazioni militari in certe aree del fronte. Purtroppo, però, non vediamo alcuna azione analoga da parte russa. Non c’è giorno che i mercenari e i soldati russi non feriscano e non uccidano i nostri soldati e i nostri concittadini. Si direbbe che le autorità di Mosca non abbiano nessuna intenzione né di ritirare le loro truppe dal Donbass né di porre fine al piano criminale di destabilizzazione dell’Ucraina. È per questo motivo che ora abbiamo particolarmente bisogno del sostegno dei nostri partner europei, compresa l’Italia, al fine di continuare a esercitare pressioni sul Cremlino, incluse le sanzioni, nella speranza che ciò costringa i russi ad attuare misure volte a ripristinare la pace”.

Come sono cambiati i vostri rapporti con il governo “Conte 2”, rispetto a quello precedente in cui il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva più volte auspicato l’abrogazione delle sanzioni imposte alla Russia?
“Nell’ultimo anno, il dialogo tra l’Ucraina e l’Italia ha acquisito un nuovo slancio. Il presidente Zelenskij ha appena svolto una visita in Italia di grande successo, e stiamo lavorando per organizzare una visita di Giuseppe Conte a Kiev, il prossimo aprile. L’Italia è senza dubbio un partner molto importante per l’Ucraina, perché è uno dei principali Paesi dell’Unione europea e un potente membro della Nato.

Ora, per noi l’integrazione europea ed euro-atlantica è un obiettivo strategico, anche perché l’Ucraina è perfettamente consapevole della sua identità europea. L’importanza delle relazioni con l’Europa e con i Paesi della Nato è cresciuta notevolmente da quando siamo costretti a difendere la nostra indipendenza e la nostra integrità territoriale dall’aggressione russa.

Quanto alle nostre relazioni bilaterali, esse sono rafforzate dall’importante cooperazione commerciale ed economica che ci lega. L’Italia è oggi tra i primi tre nostri partner economici europei. Un altro settore promettente delle nostre relazioni è l’assistenza nella realizzazione di riforme destinate a modernizzare il nostro Paese: il passaggio agli standard avanzati dell’Europa unita, un ulteriore consolidamento della democrazia e, naturalmente, il miglioramento del tenore di vita degli ucraini. L’esperienza di Paesi democratici di successo in Europa, quali l’Italia, è per noi molto preziosa”.

La vicenda dell’impeachment del presidente americano Donald Trump ha influito sulla popolarità di Zelenskij?
“Il processo d’impeachment del presidente americano è stato una questione interna agli Stati Uniti nella quale ovviamente non abbiamo voluto interferire. È chiaro che il presidente Zelenskij intende anzitutto proteggere gli interessi nazionali dell’Ucraina e dei suoi cittadini”.

Quanto sarà determinante il prossimo presidente americano per il futuro dell’Ucraina?
“Gli Stati Uniti sono un importante partner strategico per l’Ucraina. Stiamo lavorando bene con l’attuale amministrazione americana e faremo del nostro meglio per garantire un impegno coerente e proficuo con Washington anche in futuro.

Oggi, assieme al sostegno della Casa Bianca abbiamo anche quello di entrambi i partiti al Congresso, perché con loro condividiamo i valori di libertà, giustizia e indipendenza. È per noi molto importante continuare a ricevere il sostegno bipartisan dagli Stati Uniti e ci impegneremo a lavorare con qualsiasi leader di quel grande Paese”.

Dopo la tragedia del volo dell’Ukraine International Airlines, colpito da un missile pochi minuti dopo il suo decollo dall’aeroporto di Teheran, gli undici corpi di cittadini ucraini sono stati identificati e restituiti all’Ucraina. Che cosa chiedete adesso all’Iran?
“L’interesse principale dell’Ucraina è che venga svolta un’indagine trasparente e imparziale sulle circostanze dello schianto affinché siano puniti coloro che hanno commesso questo orribile crimine. Una cooperazione ampia con l’Iran è per noi molto importante. Ecco perché abbiamo proposto di costituire una squadra investigativa comune. L’Iran ha già permesso l’accesso al luogo della tragedia di un gruppo di esperti ucraini. Ma noi vorremmo anche poter analizzare in Ucraina le scatole nere dell’aereo abbattuto. L’ufficio del procuratore generale di Kiev e i servizi di sicurezza ucraini hanno già rivolto alle autorità iraniane una richiesta in merito”.

Che ne è della collaborazione con gli altri Paesi coinvolti dalla tragedia aerea?
“Con Canada, Svezia, Regno Unito e Afghanistan abbiamo formato un gruppo di coordinamento per le vittime della catastrofe. Il mese scorso, a Londra, il gruppo ha posto le condizioni per continuare a lavorare con Teheran: l’ingresso senza impedimenti in Iran degli inquirenti internazionali, un’inchiesta che coinvolga i Paesi di cui erano originari i cittadini uccisi nell’incidente, il riconoscimento da parte dell’Iran della sua piena responsabilità e dei suoi obblighi nei confronti dei parenti delle vittime, la consegna alla giustizia dei responsabili della tragedia. I passi positivi appena compiuti dall’Iran fanno ben sperare sulla sua volontà di cooperare con l’Ucraina e con le altre parti interessate”.

Sorgente: Parla Prystaiko, ministro degli Esteri ucraino, in visita a Roma: “Abbiamo bisogno dell’Italia e dell’Ue per porre fine al conflitto nel Donbass” – la Repubblica

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