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La sterlina è la valuta più volatile del G-7 a causa di Brexit ed elezioni. Mentre i titoli di Stato appaiono immuni, nonostante i programmi elettorali di Laburisti e Conservatori prevedano un aumento considerevole della spesa pubblica

La sterlina tratta poco mossa a causa delle persistenti incertezze che circondano le elezioni britanniche di dicembre. “Nonostante al momento sia la valuta più volatile fra quelle del G-7, il cambio con il dollaro rimane all’interno del range compreso fra 1,280 e 1,300”, sostiene Jeffrey Halley, analista di Oanda. “Le notizie sulla Brexit e sulle elezioni continueranno a pesare sulla sterlina”, conclude l’esperto.

Mentre i rendimenti dei titoli di Stato Gilt restano sostanzialmente stabili nonostante le promesse elettorali di Laburisti e Conservatori prevedano un aumento considerevole della spesa pubblica. Riflette su questa apparente contraddizione il team di Ubs GWM in un approfondimento dedicato proprio a questo tema.

La spesa del settore pubblico nel Regno Unito è in rialzo e questo avviene, mentre gli elettori si preparano alle elezioni del 12 dicembre in cui tutti i principali partiti politici promettono per aumentare ulteriormente la spesa pubblica. Nel suo manifesto il Partito conservatore appare più prudente in termini di ambizioni di spesa, ma prevede comunque di aumentare le uscite di circa 2,9 miliardi di sterline e promette contemporaneamente 3,3 miliardi di riduzioni fiscali in media all’anno fino al 2023-24.

Mentre il partito laburista ha indicato una spesa annua incrementale di 83 miliardi di sterline. I conservatori stanno inoltre pianificando investimenti extra per 22 miliardi di sterline ogni anno, mentre il laburisti promettono di alzare la spesa in conto capitale da 47 miliardi di sterline (circa il 2% del pil) nel periodo 2019-2020 a 114 miliardi di sterline (circa il 4% del pil) entro il 2023-24. È probabile che un aumento della spesa in conto capitale da parte del nuovo governo permetta di sostenere la crescita, ma farà anche aumentare il deficit fiscale”, si legge nel report di Ubs.

Nonostante queste promesse elettorali, la risposta del mercato obbligazionario non c’è stata, con rendimenti del decennale ancora ampiamente limitati. “Non riteniamo che aumenteranno molto di più nei prossimi 12 mesi, con i mercati che si concentreranno sui seguenti tre fattori: i sondaggi d’opinione suggeriscono che il Partito Conservatore è sulla buona strada per ottenere un maggioranza, il che significherebbe probabilmente solo un modesto aumento del disavanzo; l’aumento della spesa in infrastrutture dovrebbe fornire una spinta tanto necessaria all’attività economica complessiva; la ridotta incertezza sulla Brexit può supportare ulteriormente il sentimento generale”.

Tuttavia, secondo Ubs un risultato elettorale inaspettato potrebbe pesare sui Gilt sebbene potenzialmente solo a breve termine. Gli esperti ricordano che il rendimento dei Titoli di stato decennali della Francia, il cui rapporto debito pubblico/pil lordo è circa al 98%, si attesta attualmente a -0,05%. Il Regno Unito ha un rapporto debito/pil all’incirca dell’85%, mentre il deficit/pil del bilancio del Regno Unito è stato ridotto dal livello massimo del 10% toccato durante la crisi finanziaria a circa il 2% al momento.

“Ciò suggerisce che i mercati probabilmente tollereranno un modesto aumento del disavanzo accanto alla ripresa economica”, dicono gli analisti di Ubs che si aspettano che il rendimento del decennale salga solo a 0,75% entro fine 2020 rispetto allo 0,69% attuale. “Un aumento temporaneo dei rendimenti dei Gilt potrebbe attirare maggiori flussi di capitali nel Regno Unito e prestare sostegno alla sterline. Noi continuiamo ad avere una visione rialzista a medio-lungo termine sulla sterlina rispetto al dollaro a causa grazie alla combinazione di valutazioni interessanti e fattori strutturali. La sterlina è ancora sottovalutata sulla base della parità del potere d’acquisto e raccomandiamo agli investitori con titoli azionari del Regno Unito nei loro portafogli di non coprire il rischio di cambio”, concludono gli esperti di Ubs.

Intanto proprio a Londra si sta per tenere un nuovo vertice Nato che vedrà la presenza del presidente Usa Donald Trump. Un incontro bilaterale con il primo ministro britannico, Boris Johnson, non è all’ordine del giorno ma la Casa Bianca ha detto sabato che i due leader hanno parlato e “non vedono l’ora di incontrarsi” alla Nato.

Johnson ha rilasciato un’intervista radiofonica venerdì dicendo che sarebbe meglio se Trump, che in passato si è intromesso nella politica interna britannica, rimanesse fuori dalla campagna elettorale nel Regno Unito. Un alto funzionario dell’amministrazione ha detto ai giornalisti venerdì che a Trump piace personalmente Johnson, ma ha aggiunto che il presidente è “assolutamente consapevole” di non dover influenzare le elezioni di altri Paesi.

Johnson è anche alle prese con le conseguenze di un attacco terroristico, che ha avuto luogo venerdì a Londra e ha causato la morte di due persone. Le autorità hanno identificato il sospettato come un terrorista condannato rilasciato dalla prigione l’anno scorso. La Casa Bianca ha dichiarato che Trump ha espresso le sue condoglianze per l’attacco durante la telefonata di sabato con Johnson. Durante la loro visita a Londra il presidente Usa e la moglie Melania Trump parteciperanno anche a un ricevimento a Buckingham Palace ospitato dalla Regina, Elisabetta II.

Sorgente: Elezioni e Brexit pesano sulla sterlina, ma non sui Gilt – MilanoFinanza.it

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