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L’ex ministra alla Salute e leader di Civica Popolare dice no a Renzi e approda nel partito di Zingaretti. “Rafforzare i dem allargando il campo dei moderati è l’unico modo possibile per fermare Salvini”

di Giovanna Vitale

Viene da Forza Italia. Alle ultime elezioni è stata eletta con il suo simbolo — Civica Popolare — nelle fila del centrosinistra con cui per cinque anni ha governato. Lo scorso weekend era in prima fila alla convention di Areadem a Cortona. È un processo di avvicinamento lento quello che, forse già oggi, porterà Beatrice Lorenzin su nuovi lidi. Ma a sorpresa non nel nuovo partito di Matteo Renzi. Bensì nel Pd di Nicola Zingaretti.

Non nega di aver avuto «dei contatti diretti» con il senatore di Firenze, la deputata romana. Però «alla fine, dopo aver riflettuto a lungo», ha fatto una scelta diversa. «Quella a mio parere più giusta rispetto al percorso che ho fatto in questi anni», spiega. Una scelta di campo che bada pure ai rapporti di forza e all’attenzione per i moderati. «Io sono stata ministra con Enrico Letta e Paolo Gentiloni, mi sono trovata in sintonia con Dario Franceschini. E ho capito che in questo momento, nel Pd, si apre uno spazio enorme per chi vuole rappresentare un’area di centro, liberale e riformista. C’è bisogno di una grande casa politica per combattere alla pari con il vero avversario di tutti noi che è Matteo Salvini e il concetto di democrazia illiberale che sta portando avanti». Eccola la ragione per cui non andrà né con Italia Viva né tornerà da Berlusconi. «Il Cavaliere è coalizzato con la Lega, che è antitetica rispetto a un progetto di società liberale e proprio grazie a FI continua ad avere legittimazione tra i moderati. In fondo quella di oggi è una scelta che io ho già fatto nel 2013, presentando il mio simbolo in un’alleanza con il centrosinistra: la sola in grado di contrapporsi ai sovranisti, che sono un pericolo per tutte le democrazie liberali occidentali, in particolare in Europa».

La strada è ormai segnata. Al più tardi domani Lorenzin lascerà il Misto e traslocherà nel gruppo dem «insieme alla mia lista, con l’ambizione di contribuire ad allargare sempre più il Pd nella società», ribadisce. Convinta che «starò bene perché andrò nell’unica forza plurale e democratica che c’è nel Paese». E lei, assicura, non si sentirà un’estranea.

«Ritengo che in questa fase», insiste la deputata, «di fronte a un Moloch come la Lega di Salvini, bisogna rafforzare il Pd per aprirlo ancora di più ai territori, ai giovani, alle donne, alle istanze del ceto medio che si sente abbandonato». Perciò l’addio di Renzi è un errore: «Le grandi battaglie si vincono stando insieme, non dividendosi. La diversità è una ricchezza».

Sorgente: La scelta di Lorenzin: “Entro nel Pd” | Rep

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