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PESANTE CONDANNA PER ERDAL GOKOGLU

 

 

(Gianni Sartori)

 

Reprimere non basta, evidentemente. Occorre anche infierire.

 

O almeno questo è quanto si potrebbe dedurre dopo la pesante condanna inflitta a Erdal Gokoglu. L’uomo era accusato in quanto presunto responsabile delle sedi del DHKP-C (Devrimci Halk Kurtulus Partisi-Cephesi – Fronte rivoluzionario del partito di liberazione popolare, organizzazione marxista-leninista turca) a Berlino e Amburgo tra il 2002 e il 2013. Tra le prove a suo carico, aver distribuito alcune rivista del partito, organizzato un concerto del gruppo musicale Grup Yorum e partecipato ad una conferenza all’Università di Berlino.

 

Un passo indietro. Nel dicembre 2017, in sordina, Erdal Gokoglu (dal 13 novembre detenuto in una prigione di Liegi) veniva estradato in Germania dal Belgio. Senza nemmeno avvisarne avvocato e parenti. In Belgio era stato sottoposto a un regime di isolamento particolarmente severo. Compresa la proibizione di ricevere visite e sostanzialmente privato di cure mediche nonostante la sue precarie condizioni di salute.

 

Già arrestato varie volte in Turchia tra il 1995 e il 2001 (dove aveva subito maltrattamenti e torture), Gokoglu soffre della sindrome di Wernicke-Korsakoff a causa delle conseguenze di uno sciopero della fame (nel 2000, in una prigione di tipo F) e soprattutto dei successivi trattamenti ospedalieri a cui era stato forzatamente sottoposto. Varie volte, nel corso del processo iniziato nel giugno del 2018, c’erano state interruzioni per ragioni di salute. In Turchia nel 2001 era stato dichiarato invalido e dopo la sua uscita dal carcere si era rifugiato in Belgio.

 

Qui, a Liegi, era stato arrestato nel novembre 2017.

 

 

La condanna di cinque anni, ora inflitta dal tribunale regionale di Amburgo (nonostante la stessa procura aveva chiesto una pena inferiore: tre anni e nove mesi) appare quantomeno sproporzionata.

 

Gianni Sartori

 

 

 

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