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ESTRADIZIONE IN VISTA PER UN EX MILITANTE DELL’IRA?

 

 

 

(Gianni Sartori)

 

Accusato di aver partecipato ad un attentato (risalente al 1972) in cui avevano perso la vita due soldati britannici, John Downey è comparso il 27 maggio davanti al giudice in merito alla richiesta di una sua estradizione in Irlanda del Nord.

 

In base a un mandato europeo, l’ex esponente dell’IRA era stato arrestato nella sua casa nel novembre dell’anno scorso. Da tempo viveva a Ards (nella contea di Donegal, in quella parte dell’Ulster rimasta a far parte della Repubblica).

 

L’Alta Corte di Dublino, ancora in marzo, aveva ordinato di estradarlo, ma l’esponente repubblicano aveva contestato il verdetto (facendo appello) in quanto è in possesso di un documento che, secondo i suoi avvocati, dovrebbe garantirgli l’impunità.

 

Si tratta di una lettera firmata da Tony Blair, risalente a quanto era a capo del governo, in cui si garantiva che Downey non era ricercato per i suoi trascorsi di combattente repubblicano. Analoghi documenti, all’epoca delle trattative tra Sinn Fein e governo britannico, vennero rilasciati ad altri esponenti dell’IRA. Una maniera per garantire la soluzione politica del conflitto.

 

Il cavillo giuridico a cui ricorre il procuratore generale consiste invece nel sostenere che con quella lettera si precisava soltanto che in quel momento non c’erano procedure conosciute, mandati di arresto o inchieste nei confronti di Downey. Senza quindi poter escludere che in futuro potessero essercene altre. Niente male come imbroglio.

 

Downwy era già stato arrestato nel 2014 (mentre transitava per un aeroporto di Londra) per l’attentato di Hide Park del 1982 in cui morirono quattro soldati e sette cavalli. Ma in quella circostanza la lettera di Tony Blair aveva consentito la sua immediata rimessa in libertà.

 

Gianni Sartori

 

 

 

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