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Da CRIMINALI di GUERRA..CON I PARTIGIANI
Mostra per la Divisione Pinerolo a Karditsa

di Argiris Panagopoulos
La Grecia della Resistenza onora i suoi atroci nemici e i suoi migliori amici della Divisione Pinerolo dedicando una mostra nella Pinacoteca Comunale di Karditsa, in Tessaglia, con la presentazione di documenti inediti del periodo che va dal settembre del 1943 fino al dicembre del 1944, mentre la domenica 21 aprile al “Monumento della Pinerolo”, nel paese di Neraida, vicino al lago Plastira, si farà una commemorazione per gli almeno mille italiani morti dalla fame e delle malattie nel piccolo paese, grazie anche all’indifferenza del Quartiere Generale Inglese di Cairo che non si interessava di salvare i soldati italiani, visto che avevano consegnato le armi al esercito dei partigiani di ELAS e non potevano essere utilizzati contro i partigiani di sinistra… se era necessario.

La violenza cieca…

La Pinerolo, con sede a Chieti, nel momento dell’armistizio aveva circa 14.000 soldati e presidiava la Tessaglia e parte della Sterea Hellas al sud.
Il 12 Marzo del 1943 l’ELAS ha occupato nel centro della Tessaglia la città di Karditsa, che è diventata, secondo la BBC, la prima città europea liberata dai partigiani.
La ricercatrice italiana Lidia Santarelli nella sua ricerca “Violenza cieca: i crimini di guerra italiani nella Grecia occupata” sottolinea che tanti dei crimini italiani commessi in Grecia, come la distruzione e le fucilazioni delle popolazioni di Domenikon, di Kournobo, di Almyros e di altri paesi, sono commessi tra il 14 e il 25 agosto del 1943 dalla Divisione Pinerolo, fatto che secondo Santarelli dimostra la enorme generosità verso i soldati della Pinerolo dei partigiani di ELAS, dei contadini della pianura e delle popolazioni di montagna che gli hanno aiutato dopo l’armistizio lasciando a parte i massacri subiti dagli stessi soldati.
Solo a Domenikon la Pinerolo ha fucilato per rappresaglia 150 civili, a Tsaritsani 45, a Kournobo 106, a Farsala 40, ad Almyros 65, ad Anidro 126, ad Axladi 101, ad Axinos 90, a Dilofo 196, a Dio Vouna 76, a Mosxolaria 214, a Neraida 189, a Papa 117, a Pavliani 264, a Spartia 157, a Neoxori 265, a Xyniada 280, a Ombriaki 224, a Perivoli 203, a Filiadona 235, ad Agia Marina 116, ad Agios Konstantinos 304, ad Agnati 125, ad Amfikleia 1446, ad Atalanti 1080, a Drymaia 184, ad Elateia 463, ad Exarxos 147, a Zeli 384, a Kainourgio 160, a Kalapodi 175, a Kallidromo 96, a Proskynas 40, a Regini 267, ed a Tithorea 570 civili. In tutto i soldati e le Camicie Nere della Pinerolo o delle altre poche forze italiane sotto il suo commando avevano ucciso 8700 uomini, donne e bambini.

Un badogliano tra gli inglesi e i… partigiani

Il fatto che la Pinerolo aveva come comandante il generale Adolfo Infante, che era stato addetto militare a Washington, nel momento del armistizio ha creato enormi problemi ai soldati della Divisione, perché era vicino al re e a Badoglio e vedeva con favore gli inglesi, che naturalmente odiavano i partigiani di ELAS e il fronte di liberazione EAM.
Gli inglesi non volevano in nessun modo che le armi della Pinerolo finissero nelle mani di ELAS e avevano cominciato di trattare con Adolfo Infante la sua resa in segreto prima dell’armistizio con l’obiettivo di portare la Pinerolo in Epiro, dove c’era il piccolo esercito degli anticomunisti di EDES, finanziato ed armato da loro. Per gli inglesi i soldati della Pinerolo potevano essere utili in ogni evenienza contro i comunisti, cosa che sembra che non era sgradita ad Infante.
Il generale di ELAS Stefanos Sarafis, uno dei tre grandi generali di ELAS, quando ha capito che c’erano trattative segrete con la Pinerolo ha avvertito gli inglesi che la Tessaglia era nella giurisdizione di ELAS e che non c’erano reparti di EDES e la Pinerolo doveva arrendersi ad ELAS. Sarafis ha informato gli inglesi che se gli italiani vogliono arrendersi in Epiro devono lasciare in Tessaglia le loro armi ed essere accompagnati in Epiro.
Intanto Infante aveva consegnato ai tedeschi l’aeroporto di Larissa, per con cadere come Karditsa nelle mani di ELAS e il 10 settembre è andato a rafforzare la resistenza italiana alla città di Trikala, che era quasi accerchiata dai partigiani di ELAS. Quando ha visto la situazione disperante delle sue truppe ha cominciato le trattative con ELAS, mentre parti del esercito italiano nelle regioni vicine, che non appartenevano alla Pinerolo, sono arese in massa ad ELAS, che ha trasferito i soldati italiani in località sicure nelle montagne lontane dai tedeschi.
Gli inglesi però sono stati allarmati dalla resa di più di 2.000 italiani ad ELAS, mentre i tedeschi occupavano la città di Volos per evitare la resa anche di altri italiani ad ELAS.
L’11 settembre il comandante della Pinerolo Infante ha firmato a Pili Trikalon un accordo con il tre generali di ELAS, Velouxiotis, Sarafis e Samariniotis, con l’EDES e con gli inglesi, secondo il quale chi voleva continuare a combattere al fianco dei partigiani poteva portare le sue armi e chi non voleva combattere doveva andare in un campo di prigionia, mentre gli inglesi garantivano i rifornimenti degli italiani, che con la fine della guerra dovevano tornare in Italia. Questo nefasto punto sui rifornimenti ha causato una vera strage tra i soldati italiani.
Intanto la 1a Divisione di ELAS combatteva con i tedeschi fuori Larissa per offrire il tempo ai 6000 soldati italiani rimasti nella zona di salire sulle montagne.
Il comando della Pinerolo di era stabilito a Petouli, insieme con il comando di ELAS, mentre la sua artiglieria è stata utilizzata contro il tentativo dei tedeschi di entrate nella catena montagnosa di Pindos, che apparteneva già alla “Grecia Libera”.

Il disarmo dei “fratelli italiani”
Sarafis però aveva capito che molti italiani non volevano combattere contro i tedeschi e che Infante teneva l’ordine solo grazie alla sua vicinanza agli inglesi, che pensavano di utilizzare gli italiani contro ELAS. Per di più era evidente ad ELAS che parecchi ufficiali e soldati rimanevano fedeli al fascismo. Infante ha commesso ancora peggio lo sbaglio di scrivere ordini per avvertire i suoi ufficiali che l’ELAS era una organizzazione comunista che voleva instaurare un regine… bolscevico. Ordini che sono arrivati nelle mani di Sarafis, che ha deciso di disarmare la Pinerolo. Il 15 ottobre del 1943 circa 150 soldati della cavalleria di ELAS hanno disarmato i Lancieri di Aosta con un attacco improvvisto, che ha costato la morte a 19 soldati italiani. Alla fine tutti i soldati della Pinerolo e dei Lancieri di Aosta e di Milano sono aresi senza resistenza ai partigiani di ELAS.
In una lettera cordiale il Quartiere Generale di ELAS si era rivolto al generale Adolfo Infante parlando di “un disarmo amichevole”, per evitare la collaborazione di ufficiali fascisti della Pinerolo con i tedeschi, che poteva mettere in pericolo sia ELAS che “i democratici italiani”. ELAS ha stampato anche un opuscolo per “i fratelli ufficiali e soldati italiani” notando che non aveva niente contro di loro e concludendo che “ci avete dato le vostre armi, non dovete sentirvi stigmatizzati… Il popolo italiano e il popolo greco sono fratelli. Morte ai tedeschi e ai fascisti. Viva la Grecia Libera. Viva l’Italia Libera”.
Il commando inglese, che era con EDES, era infuriato dal fatto che le armi degli italiani sono finite ad ELAS, perché non potevano essere utilizzate per il ritorno della monarchia in Grecia, che era il loro obbiettivo. Con il quale Infante era d’accordo. Così gli inglesi hanno interrotto qualsiasi rifornimento dei soldati italiani. Con maggiore onestà dagli inglesi il Ministero della Guerra degli Stati uniti ha riconosciuto che Sarafis e l’ELAS hanno agito come si doveva disarmando i soldati italiani per creare la 16° Divisione di ELAS ed una forte Brigata di Cavalleria in Tessaglia.

Il grande cimitero degli italiani a Neraida

Il guaio dei soldati della Pinerolo è che si erano aresi in una delle zone più povere e montagnose della Grecia e per di più martoriata dalla guerra. ELAS ha trasferito circa 3500 soldati a Neraida, 3500 nella zona di Grebena e altri 2500 nella zona di Karpenisi.
I tedeschi però hanno cercato di invadere questo zone con più di 20000 soldati, cioè due divisioni, carri armati e l’aiuto dell’aviazione. Dopo 40 giorni di dure battaglie i tedeschi sono allontanati ma avevano distrutto tanti paesi facendo mancare di più i rifornimenti sia ad ELAS che ai soldati italiani. Il capo della missione militare inglese ha detto dopo questa battaglia a Sarafis: “I tedeschi hanno capito che non possono vincere l’ELAS” e Sarafis gli aveva risposto: “Non solo i tedeschi”.
Sfortunatamente però i tedeschi erano arrivati a Neraida, dove nel momento si erano confluiti quasi 6000 italiani, che si sono sparsi nelle montagne per salvarsi. Nell’ospedale di ELAS di Neraida caduto ai tedeschi questi hanno ucciso 50 feriti e malati italiani. I tedeschi hanno bruciato il paese e sono andati via dopo 20 giorni. Dai 6000 italiani sono tornati al paese 4000 e gli altri sono uccisi dai tedeschi o sono stati morti per la fame e le malattie. Secondo gli americani dell’OSS 1500 italiani sono aresi ai tedeschi.
ELAS ha distribuito i superstiti nei paesi vicini e nelle case di contadini per salvare i soldati italiani, che dopo la guerra hanno descritto con le migliori parole l’ospitalità dei contadini e dei montanari greci. Da quello che hanno raccontato i superstiti della Pinerolo non c’era nemmeno una casa che non ospitava soldati italiani, dove erano trattati come membri delle loro famiglie. La storiografia inglese sostiene che il commando militare britannico ha offerto mezza lira d’oro inglese al mese ad ogni soldato italiana che andava a lavorare in una casa greca. Ma che faceva il soldato italiano o la famiglia greca dei soldi quando non c’era niente da comprare nemmeno nel mercato mero per tante migliaia di persone?

L’infame generale abbandona i suoi soldati

Il comandane della 1° Divisione di ELAS generale Dimitris Floulis ha denunciato ripetutamente alla missione militare inglese che l’atteggiamento di Kairo faceva morire di fame gli soldati italiani e il fatto che hanno utilizzato l’aeroporto per allontanare Adolfo Infante e non avevano portato mai un sacco di viveri per gli italiani, che morivano di fame. Sarafis ha denunciato agli inglesi che “i soldati italiani non possono vivere con 50 grammi di pane e tre cucchiaiate di fagioli al giorno. Dovremo scavare fosse comuni”. La risposta degli inglesi era che non potevano pensare agli italiani e sarebbe meglio che si consegnassero ai tedeschi. Dal momento che per Sarafis e l’ELAS era impossibile consegnare i tedeschi qualcuno è partita l’operazione di distribuire gli italiani in Tessaglia, la Macedonia Occidentale e la Euritania, mentre il numero degli italiani per la fame e le malattie era arrivato alle 1500 persone. Secondo le fonti italiane la Pinerolo aveva 1150 morti, 2250 feriti e 1500 dispersi, avendo le seconde perdite più alte dai reparti dell’esercito italiano nella Grecia occupata, dopo il massacro della Divisione Acqui in Cefalonia.
Il generale Adolfo Infante era stato addetto militare a Washington e sapeva trattare bene con gli inglesi. Cosi ha lasciato i suoi soldati di morire di fame e di malattie nelle montagne greche ed era tornato in Italia dove era diventato sottocapo dello Stato Maggiore del nuovo Esercito italiano e se non bastasse questo è diventato dopo primo aiutante di campo generale del principe ereditario Umberto II, naturalmente fino alla caduta della monarchia. Dopo la guerra è stato nominato addetto militare a Londra, gradito molti agli inglesi.
L’Ufficio Nazionale Greco per i Crimini di Guerra aveva inserito Infante in diverse liste di criminali di guerra e aveva chiesto la sua estradizione per processarlo in Grecia, ma il 1948 sotto forti pressioni.. alleate la Grecia rinunciò con un accordo segreto a perseguire gli italiani accusati di crimini di guerra in Grecia. A questo infame generale e criminale di guerra la città di Avezzano in provincia di Aquila gli ha dedicato un via, ma ancora più vergognoso è il fatto che ha avuto l’onorificenza del Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

Morti nella “Grecia Libera”

Il governo italiano ha deciso il 1956 di raccogliere le ossa dei caduti della Pinerolo.
Pero 400 soldati italiani sono rimasti a combattere fino alla fine della guerra con il partigiani di ELAS, come Truppe Italiane della Macedonia Orientale (TIMO), sotto il comando di Giuseppe Raimondi, altri 18 sono rimasti a combattere con ELAS nella montagna di Ossa, e diecine di medici e infermieri e personale tecnico, per di più ingegneri, sono rimasti fino alla fine della guerra con ELAS aiutando a funzionare gli ospedali o lavorando per rimettere le infrastrutture nei paese distrutti.
Il 19 ottobre 1944 alla liberazione di Volos hanno sfilato tra le strade della città insieme con i partigiani di ELAS anche un loro plotone di 45 italiani con il loro eroico comandante Mario.
Centinaia di soldati della Pinerolo sono morti sulla strada di ritorno quando la nave che li riportava in Italia è stata silurata vicino a Corfù.
Al piccolo paese di Neraida, a 1200 metri di altezza, dove sono morti più di mille italiani, l’ELAS aveva costruito il primo aeroporto nell’Europa occupata. Ora a Neraida il posto dell’aeroporto e dei cimiteri lo ha preso un piccolo monumento che non lo ha costruito lo stato italiano ma il 2009 le associazioni degli abitanti dei paesi delle montagne di Agrafa. Forse per ricordare che questi morti non appartengono all’Italia ma alla parte migliore della nostra “Grecia Libera”, la grande repubblica dei partigiani di Aris e di Sarafis che ha cercato di salvarli.

Morale della favola… all’italiana

Il generale della Pinerolo Cesare Benelli aveva ordinato una rappresaglia il 16 febbraio del 1943 facendo fucilare a Domenikon 150 civili applicando la circolare del generale Carlo Geloso, comandante delle forze italiane di occupazione, che si basava sul principio della responsabilità collettiva, secondo cui “per annientare il movimento partigiano andavano annientate le comunità locali”.
La ricostruzione storica della strage è andata per prima volta in onda il 14 marzo del 2008 su History Channel grazie al documentario di Giovanni Donfrancesco “La guerra sporca di Mussolini”. In documentario non è stato mai trasmesso dalla RAI, dichiarandosi “disinteressata ai progetto”, mentre è stato trasmesso in 3 gennaio 2010 su Rete 4.
Il 16 febbraio 2009 l’allora ambasciatore italiano in Grecia durante la cerimonia di commemorazione ha chiesto scusa da parte dell’Italia ai familiari delle vittime di Domenikon e alla Grecia.
Il GIP militare Elisabetta Tizzani ha stabilito qualche mese fa l’archiviazione della strage di Domenikon contro 9 su 11 indagati, perché deceduti, e per gli altri due a causa della loro mancata… localizzazione.

Una giornata particolare per una… vita da antifascisti
Per chi vuole sapere e non dimenticare la nostra storia e che cosa è stato il fascismo c’è una occasione unica, in una giornata particolare di ogni anno. Il 25 aprile sarò ad Asti. A 85 kilometri da Pinerolo. Festeggiando con Luciana Castellina la libertà e la vittoria dei partigiani, di quelli che hanno vinto il fascismo e il nazismo in Italia ma anche di quelli che lo hanno vinto con ELAS in Grecia e nella nostra Europa.

 

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