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Il ministro dell’Interno non fa sbarcare donne e bambini. Ma sugli stadi salva i tifosi: niente divieti di trasferta né partite sospese

di Gabriella Cerami

Implacabile con gli immigrati e indulgente con i tifosi. Matteo Salvini fa sedere il mondo sportivo attorno a un tavolo dopo il Santo Stefano nero della serie A: la notte di Milano contrassegnata dagli scontri fuori dal Meazza, che hanno provocato la morte di Daniele Belardinelli, e dai buuh razzisti al difensore del Napoli Koulibaly. Al termine della riunione il ministro dell’Interno, ricordando che va allo stadio da 40 anni, non annuncia interventi straordinari come la semplificazione della procedura per sospendere le partite di calcio, al momento incagliata sul doppio ruolo arbitro-responsabile ordine pubblico, o le partite a porte chiuse.

Piuttosto dice: ” Sono assolutamente contrario a vietare le trasferte e a chiudere gli stadi perché è la morte del calcio”. E poi ancora: “Chi decide e in base a quale criterio oggettivo se sospendere una partita? Ricordo che in Milan-Juve i buuh dei tifosi rossoneri erano per Bonucci: chi decide se quella è discriminazione? Servono criteri oggettivi che in questo caso sono difficilmente individuabili, quindi sono contrario alla sospensione delle partite”.

Morbido quindi con i tifosi, “coinvolgendoli – sostiene Salvini – si risolve il problema della violenza”, e intransigente con i migranti, fermo sulla decisione di non far arrivare in Italia neanche le donne e i bambini a bordo della Sea Watch e della Sea Eye definite dal ministro “navi di furbetti”: “Non cambio idea, possono farmi gli appelli tutti i volenterosi del mondo. L’interesse di quelle donne e di quei bambini è chiudere i porti agli scafisti. Accoglierli sarebbe un segnale di cedimento”.

Nessuna novità dunque sul fronte immigrati anche perché per tutto il giorno Salvini si è concentrato sulla questione stadi: “La mia preoccupazione è quella di non mettere in difficoltà l’arbitro, che ha già il suo bel da fare. E penso anche agli operatori di pubblica sicurezza. Ho condiviso la scelta di non sospendere Inter-Napoli, non perché sia favorevole ai buuh razzisti ma perché i problemi esterni allo stadio potevano essere maggiori. Preferisco prevenire e sensibilizzare che sospendere le partite”.

Nel corso della riunione, alla quale hanno partecipato tra gli altri il Capo della Polizia Franco Gabrielli, il presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive Daniela Stradiotto, il presidente del CONI Giovanni Malagò, il presidente della FIGC Gabriele e tutti i presidenti delle leghe, qualcuno ha lanciato la proposta di non far entrare striscioni nello stadio ma Salvini si è opposto: “Lo stadio deve essere colorato e colorito. Sono contrario a sanzioni collettive, non cambio idea qualunque cosa accada. La violenza non deve esistere però dobbiamo avere criteri oggettivi, non è vietando le trasferte o chiudendo gli stadi che si dà un segnale, si dà un segnale normando le trasferte”. Trasferte collettive, mille tifosi su un treno con carta identità, codice fiscale e carta di credito sono più controllabili rispetto a cento minivan in città.

Il vicepremier cita poi alcuni dati: “Ogni settimana ci sono 12 milioni di tifosi che seguono gli eventi sportivi e 6mila teppisti, da non confondere con i tifosi che sono il 99%. L’obiettivo è sradicare la violenza con ogni mezzo necessario. I numeri dicono che il calcio è un sport sempre più sano. Il numero dei feriti si è ridotto del 60%, sono scesi anche quello degli arrestati e dei Daspo”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti: “Per la sicurezza dentro e fuori gli stadi sono importanti la certezza delle pene, la rapidità dei giudizi, le aggravanti specifiche e le misure accessorie. Altro punto essenziale per la sicurezza riguarda le date e gli orari delle partite, che vanno regolati secondo precise esigenze. In questo devono impegnarsi società e leghe”.

Infine l’idea di una nuova legge per consentire alle società di fare i propri stadi, con camere di sicurezza per mettere dentro i delinquenti senza penalizzare i tifosi dal momento che la violenza negli stadi, dice Salvini, è in calo così come sono diminuiti gli sbarchi che portano Salvini a ribadire la linea dura nonostante la spaccatura nel governo.

Sorgente: Matteo Salvini implacabile con gli immigrati e indulgente con i tifosi | L’Huffington Post

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