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29 April 2024
0 5 minuti 2 settimane

Non c’ miglior sordo di chi non vuol sentire  o miglior cieco di chi non vuole vedere: così l’alleanza occidentale si contenta di dire che il 99 per cento dei droni iraniani è stato abbattuto, di tacere  sul fatto che i missili balistici di Teheran hanno colpito due basi aeree israeliane, quelle di Nevatim e Ramon,  la base di spionaggio di Jabal al-Sheikh, sulle alture del Golan e il quartier generale dell’intelligence dell’aeronautica israeliana a Tel Aviv, provocando molti danni. Nonostante Israele abbia impiegato un vasto sistema di difesa antimissile integrato comprendente il cosiddetto sistema “Iron Dome”, batterie di missili Patriot di fabbricazione statunitense, gli intercettori missilistici Arrow e Fionda di Davide, navi lanciamissili insieme ad aerei statunitensi, britannici, francesi, giordani  e ovviamente israeliani, oltre una dozzina di missili iraniani hanno colpito aeroporti e installazioni di difesa aerea fortemente protetti. E tuttavia si continua a perseguire la negazione della realtà forse nella speranza che essa scompaia con il rito apotropaico della menzogna. Ho l’impressione che non sia soltanto questione di comunicazione, ma che pochissimi si rendono conto di essere di fronte a una svolta epocale.

Sono ormai trent’anni che Usa e Israele collaborano per creare una giustificazione ad un attacco militare all’Iran in maniera da abbattere il suo governo e ritornare a quella situazione di dipendenza semicoloniale che si era creata con lo Scià. E non è un caso se proprio in questi giorni sui social siano comparse nostalgiche foto di quell’epoca. A dirla tutta proprio questo è stato l’obiettivo politico di fondo di Netanyahu praticamente da sempre: trascinare  gli Stati Uniti in una guerra contro l’Iran e anche il bombardamento dell’ambasciata di Teheran a Damasco aveva questo scopo, ovvero quello di coinvolgere sempre più gli Usa. Invece sono arrivati i “missili di aprile” di Teheran che cambiano tutto il panorama medio orientale. Se la guerra non è altro che l’estensione della politica con altri mezzi l’“Operazione True Promise”- come l’Iran ha chiamato il suo attacco di ritorsione contro Israele – passerà alla storia come una delle vittorie militari più importanti perché Teheran ha stabilito una posizione credibile di deterrenza senza sconvolgere i principali scopi e obiettivi politici  che si prefigge, compresa la sua partecipazione ai  Brics.

Pochi si rendono conto che proprio la massiccia partecipazione americana e occidentale  all’abbattimento di droni e al tentativo di fermare i missili multi testata è uno dei fattori per cui l’operazione iraniana è stata vincente: ha dimostrato che Israele è comunque vulnerabile anche con lo scudo Usa, tanto più che sono stati usati principalmente droni assai lenti e ed economici, destinati a creare più che altro uno spettacolo impressionante, a saturare le difese e contemporaneamente a salvare la faccia di Washington e degli occidentali con il numero di abbattimenti. Diciamo che è stata la parte simbolica dell’operazione.

I missili che contavano sono invece passati quasi tutti ed è penosa l’operazione di spacciare per razzi abbattuti i resti del primo o terzo stadio dei vettori, come si vede dalla collezione di immagini di cialtroneria mediatica qui sotto.

L’Iran, questo è il punto, ha usato solo una parte minima dei suoi arsenali: dunque ha dimostrato di avere una forte deterrenza perché con un attacco massiccio avrebbe ragione delle difese israeliane che già oggi dopo gli attacchi, sono in grave carenza.  In caso di vera guerra può trasformare Israele in un parcheggio e nessuna difesa aerea israeliana o di qualsiasi altro tipo della Nato potrà fare nulla al riguardo.

Insomma Netanyahu ha voluto bastonare Teheran, ma è stato bastionato perché alla fine ha messo in luce i forti limiti di Israele, e anche quelli occidentali che rivelano alla fine tutta l’impreparazione di chi ha dormito per decenni sugli allori e adesso fatica ad aprire gli occhi. I cosiddetti esperti occidentali sono così obnubilati da non capire nemmeno la portata della vittoria iraniana che è l’abc della geopolitica.  Ma appunto ormai l’analfabetismo dilaga.

Sorgente: I missili di aprile e la primavera iraniana | il Simplicissimus

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