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Per quasi due anni, la narrativa americana e occidentale ci aveva fatto credere che Kiev potesse recuperare i territori che Putin le aveva sottratto. Invece, mentre si continua a morire e nessuna trattativa appare all’orizzonte, le rivelazioni della britannica BBC e un report del Wall Street Journal ci raccontano il contrario.

di Piero Orteca

L’Ucraina esausta scava trincee

L’esercito di Zelensky, stremato e a corto di uomini e di rifornimenti, ha cambiato decisamente strategia. Ora pensa solo a trincerarsi e a difendersi. Il Wall Street Journal, nel suo titolo, sottolinea che «la nuova fase di guerra per l’Ucraina significa: scava, scava, scava». Finita l’epoca dei grandi annunci su miracolistiche vittorie contro la Russia, oggi si è passati, più concretamente, a cercare di salvare il salvabile. E quindi, anziché andare sconsideratamente all’assalto (come ‘consigliavano’ gli americani), ci si è resi conto che bisogna trincerarsi, scavare fossati, proteggersi con campi minati ed evitare che gli uomini di Putin tornino a minacciare il resto dell’Ucraina.

‘Linea Maginot’ ucraina

«A ovest di Avdiivka, gli escavatori – scrive il WSJ –  più comuni in un cantiere edile che in un campo di battaglia, stanno scavando la terra per creare fossati e trincee anticarro. Gli ucraini stanno tentando di replicare gli ostacoli fisici che la Russia ha creato sul suo fronte più di un anno fa, con un’efficacia mortale nel contrastare la controffensiva di Kiev la scorsa estate». Vista la piega presa dagli avvenimenti bellici, Zelensky ha chiesto di accelerare al massimo la costruzione di quella che potremmo definire la ‘Linea Maginot’ ucraina.

Trincee per 800 milioni senza sapere come uscirne

Proprio lunedì scorso, il primo ministro Denys Shmyhal ha dichiarato che, per la realizzazione di queste infrastrutture difensive, saranno spesi 31 miliardi di grivne, equivalenti a circa 800 milioni di dollari. Un investimento che vale più di mille discorsi, perché testimonia il cambio obbligato di strategia sui campi di battaglia. D’altro canto, al Cremlino hanno capito che, politicamente parlando, Stati Uniti ed Europa, al di là delle dichiarazioni ufficiali, nel chiuso delle Cancellerie vivono un momento di riflessione sull’Ucraina.

Manca una ‘exit strategy’ dalla guerra. E in molti si chiedono che senso abbia, combattere un conflitto che non si sa quando e come chiudere. Anche perché i riscontri che emergono dal campo di battaglia, smentiscono sistematicamente l’ottimismo di quei politici che credono a una lotta ‘whatever it takes’, cioè costi quel che costi.

Scenario della BBC

A questo proposito, l’allarme lanciato dal WSJ, in primis, è stato confermato proprio ieri dalla sempre attenta BBC: «Nella guerra in Ucraina – titola la Tv in un suo servizio – i residenti dell’est si preparano all’avanzata russa». Tutto molto veloce, insomma. Troppo. In un paio di mesi, si è passati dalla cocente delusione, per il fallimento della controffensiva di Kiev, alla paura di un ritorno all’attacco in grande stile dei russi. Dopo la caduta dello snodo strategico di Avdiivka, le truppe di Mosca hanno ripreso ad avanzare. Prima lentamente, poi, seguendo l’ordinata ritirata degli ucraini, in modo sempre più veloce. Ora, sempre secondo il network televisivo britannico, «Kiev afferma che le sue forze stanno resistendo. Ma le truppe russe attaccano in cinque aree, lungo la linea del fronte che abbraccia un arco di 1.100 chilometri. Un quadro che dimostra come sia drammaticamente cambiata l’inerzia della guerra».

Donbass perduto, regione di Donetsk sotto attacco

È tutta la regione di Donetsk, la ‘capitale’ del Donbass, a trovarsi pesantemente sotto la pressione delle forze di Mosca. «Le persone in città come Pokrovsk, Kostyantynivka e Kramatorsk – dice la BBC – si trovano ad affrontare una linea di combattimenti che si avvicina rapidamente. E persino l’occupazione». E mentre il Wall Street Journal ha condotto un’analisi approfondita su un radicale capovolgimento di strategia bellica da parte di Kiev. La BBC non ha fatto altro che confermarla, mettendo i cittadini occidentali davanti alla cruda realtà dei fatti.

In mezzo c’è la melensa retorica di tronfi politici, che mascherano interessi diffusi. E il sangue, tanto sangue. Specie quello di chi è costretto a combattere per una guerra che si potrebbe chiudere, come si chiudono tutte le guerre: provando a parlare di pace.

Sorgente: Ucraina chiusa in trincea: la verità svelata senza sapere come uscirne –

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